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Maimone, Sudisti Italiani: “Proponiamo un disegno di legge che ratifichi una No tax area per rilanciare il Sud Italia

Roma, 2 gennaio 2021 – “La questione meridionale, oggetto di impegno da parte dei Sudisti, e diritti fondamentali dei cittadini sono i punti essenziali del programma dei popolari, i quali ricalcano, seppur con i dovuti distinguo, i valori di De Gasperi e Don Sturzo. Lavoro per la creazione di  una grande area centrale, che, per raggiungere le proprie finalità ha bisogno di convogliare, al suo interno, una parte dell’attuale maggioranza e una parte dell’attuale opposizione” ha dichiarato, nel corso di un’intervista, Gianfranco Rotondi.

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“Noi Sudisti Italiani abbiamo sempre  affermato di voler sostenere il progetto di Gianfranco Rotondi e, pertanto, di voler dar vita ad un centro democratico, moderato e ambientalista, che è giunta l’ora di concretizzare” risponde Biagio Maimone, tra fondatori del Movimento Sudisti Italiani, il quale ha aggiunto: “Per noi urge, in via prioritaria, risolvere la questione meridionale, ossia lo stato di  minor benessere del Meridione d’Italia, per non dire di abbandono politico e, conseguentemente, economico, collegato all’assenza o quasi di grandi realtà produttive che operino nel Sud Italia e, pertanto, garantiscano il bene economico principale che è il lavoro, che i meridionali sono costretti a cercare altrove, trasferendosi nel Nord Italia o  emigrando nel resto del mondo. Ne consegue la carenza di sviluppo dei territori del Sud Italia, che, per tale motivo , non possono attingere ai vantaggi scaturenti da  una propria economia o meglio  da una propria vita produttiva.

I cittadini del Sud Italia, pertanto, vivono in situazioni di disagio economico, addirittura in situazioni di minorità, quasi fossero figli di un dio minore e non della nazione italiana. Il divario tra Nord Italia e Sud Italia è evidente e tangibile.

Occorre, quindi, impegnarsi politicamente perché vi sia la coesione dei  territori del Nord Italia con quelli del Sud Italia, che, in termini storicistici, nonché politici nel contempo, si traduce nella soluzione della questione meridionale, ossia l’unificazione politica, mai attuata, seppur sempre declamata, della nazione italiana.

L’Europa sta elargendo cospicue somme per progetti finalizzati allo sviluppo dei territori più arretrati, finalizzati  al benessere delle nuove generazioni. Quale migliore opportunità per la soluzione dell’ormai vetusta questione meridionale, che si potrà fondare, tenuto conto degli intenti espressi dall’Unione europea e dalla Confindustria, sulla rinascita economica dei territori meridionali, lasciati nell’abbandono per troppo tempo.

La coesione è finalmente voluta anche dagli industriali, i quali, considerati gli apporti dell’Europa, si dichiarano volenterosi di fare impresa nel Sud Italia e fare impresa significa creare lavoro.

Certo necessità una parallela politica di detassazione per le imprese che lavoreranno nel Sud Italia, come noi Sudisti abbiamo spesso sostenuto, al fine anche di incentivare l’attrazione per i territori del Sud Italia.

Solo qualche anno fa parlavamo di delocalizzazione italiana.

Proponiamo, difatti, un disegno di legge che ratifichi una No tax area, tale in quanto consentirà al Sud Italia di accogliere le aziende o rami di aziende del Nord Italia, rendendole beneficiare di una detassazione rilevante. La no tax area consentirà lo sviluppo di attività lavorative nel Sud Italia favorendo la delocalizzazione di Aziende nel Mezzogiorno d’Italia,  anziché in altri territori non italiani, come già avviene, in quanto ritenuti meno gravosi dal punto di vista fiscale .

Ciò significherà lo sviluppo dei territori del Sud Italia, di cui  abbiamo scritto profusamente, da antesignani contemporanei.dello sviluppo del Meridione d’Italia.

Il lavoro potrà essere “universalizzato”, ossia diffuso in modo paritetico, nei territori italiani . Non vi è dubbio  che da tale universalizzazione prenderà il via  la svolta economica e la crescita del benessere del Sud Italia , che diventerà un territorio fertile. e renderà più ubertosa l’economia italiana, nel suo complesso”.

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