Il 24 Gennaio di ogni anno, la Romania , commemora l’anniversario della cosidetta “piccola unione” ovvero la creazione dei Principati uniti Moldavia e Valcchia che nel 1881 si sarebbe trasformato in Regno di Romania.
Alla metà del XIX secolo l’intera Europa, guardava all’impero ottomano come al “malato d’Europa” e tutte le potenze continentali erano pronte a spartirsi i vari territori che ancora erano sottomessi alla Sublime Porta in particolare l’attenzione e le mire dei principali Stati europei erano puntati sui Balcani e sulla regione danubiana dove, tra l’altro si erano registrati anche tentativi insurrezionali. La Russia, in particolar modo, vedeva la possibilità di aumentare la propria influenza nel mondo balcanico.
Nel 1853 l’entrata in scena della Russia nei Principati di Moldavia e Valacchia (che anche se formalmente autonomi erano ancora parte della Porta) provoca la razione immediata dell’impero ottomano.
Contemporaneamente i governi di inglese, francese, austriaco, prussiano e svedese iniziarono trattative per la creazione di una coalizione antirussa che mirasse a limitare l’espansione degli czar verso i Balcani. In questa guerra, che avrebbe coinvolto, ben presto una buona parte dell’Europa, anche il Regno di Sardegna. Cavour era, infatti, cosciente che solo facendo rientrare lo Stato Sardo sulla scena europea si potevano attirare non solo le simpatie delle varie cancellerie europee ma, anche porre la “questione italiana” al centro delle discussioni tra le potenze europee.
La pace che segui pose nuovamente al centro la questione balcanico danubiana e n egli incontri che Cavour ebbe prima dell’apertura del Congresso di Parigi , con i rappresentanti del Governo Inglese e di quello Francese, infatti, emerse l’ipotesi formulata da Napoleone III durante un colloquio riservato che i territori dei Principati di Moldavia e Valacchia sarebbero stati assegnati al Duca di Modena e alla Duchessa di Parma con la contestuale annessione di questi due stati italiani al Piemonte di Vittorio Emanuele II . Pur tenendo fermo l’interesse della causa nazionale italiana all’interno del congresso di Parigi, Cavour , fu tra i più accessi sostenitori della causa nazionale romena convinto che l’unità nazionale dell’Italia non poteva , in virtù del principio di nazionalità, essere disgiunto dalla causa nazionale rumena.
La Romania ,unita, libera ed indipendente, sarebbe stata, nella visione europea di Cavour, non solo un atto dovuto nei confronti dei tanti patrioti che speravano nell’indipendenza di una Patria , ma sarebbe stata un argine sia all’espansionismo Austriaco e Russo sia un sorta di cuscinetto nei confronti della Turchia, infatti “Se non li riuniamo (i Principati n.d.r.) , se non costituiamo un potere forte e compatto, essi resteranno immersi nella corruzione e nel disordine come in passato…Sarebbe una vera vergogna per l’Europa lasciare questi paesi in preda all’anarchia ed agli intrighi ”
Questa premessa storica ci premette di ricordare che la data del 24 Gennaio e la commemorazione della “piccola unione” sono parte della storia del continente europeo. La Romania nei decenni a seguire avrebbe svolto un ruolo chiave nei rapporti tra est e ovest. Oggi la Romania è parte integrante della Nato e dell’Unione Europea e continua a svolgere le sue doti di paese
“ponte” tra l’Europa occidentale e quella orientale tra Europa e la Turchia .
La Romania è lo snodo attraverso il quale far passare la necessità di riedificare la casa comune europea attraverso le regole della convivenza, della tolleranza e dell’inclusione .
Marco Baratto