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Dal recente webinar pubblico promosso dal Movimento civico NOI sul tema “Scuola, Pandemia e Innovazione – Studiare in sicurezza” è emerso il buon senso che manca a chi dovrebbe dettare le disposizioni a tutela di chi, giustamente, chiede massima attenzione ai nuclei familiari con persone fragili in termini di salute. Ad animare la conferenza che ha visto confrontarsi insegnanti, genitori e medici, dalla quale è emersa la necessità di comunicare al Governo le ragioni discusse nel corso del webinar, sono stati Cesare Ierullo (Referente Movimento NOI su Vibo Valentia), Maria Francesca Abate, Roberto Perri e Fedele Serpe (Referenti Scuola Movimento NOI), Rosa Imbarlina, Rosella Zofrea, Carmela Staffa, Nicola Daniele, Eleonora Cafiero e Fabio Gallo (tra i fondatori del Movimento NOI). A seguire, la lettera redatta dagli ospiti della conferenza, inviata dal Movimento NOI tramite PEC alle preposte Autorità di Governo: al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministro della Salute Roberto Speranza, al vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri, al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, alla Presidente della Commissione Infanzia e adolescenza Licia Ronzulli, all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti.

“In questo contesto di grande emergenza pandemica, c’è una realtà che di solito non ha voce e che rischia di essere dimenticata, travolta da tutte, le pur giuste e legittime motivazioni, di chi chiede il ritorno alla didattica in presenza anche in mezzo all’occhio del ciclone della pandemia. Non si può dire che i nostri figli vadano a scuola in sicurezza, tutti anche quelli sani, quasi tutte le aule hanno una quadratura troppo risicata per consentire il distanziamento a classi mediamente con più di 20 alunni; gli scolari devono tenere la mascherina per sei ore consecutive e restare immobili nel loro banco. Bisogna ascoltare tutte le voci e non soltanto quelle di coloro che demonizzano la DAD. Il nostro appello è rivolto alle istituzioni, affinché si possa continuare con la didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, fino a quando il rientro possa avvenire nelle reali condizioni di sicurezza per tutti, altrimenti a pagare il conto più alto in termini di salute, ma anche di formazione, saranno gli studenti più cagionevoli. La scuola deve avere un ruolo centrale per la prevenzione e l’educazione sanitaria. Il Ministero dell’Istruzione, con ordinanza della ministra Lucia Azzolina datata 9 ottobre, ha previsto l’obbligo di didattica digitale integrata o istruzione domiciliare per gli studenti immunodepressi o con patologie gravi, nonostante il Consiglio superiore della pubblica istruzione si fosse espresso favorevolmente sull’opportunità di prevedere percorsi di didattica digitale integrata anche quando in condizione di fragilità siano i genitori, l’Ordinanza non ha recepito nulla a tal proposito. L’alunno convivente di un soggetto fragile, per la scuola, è formalmente un alunno come gli altri, non essendo interessato da condizioni cliniche che lo riguardano personalmente, sulla base delle quali attivare nei suoi confronti particolari diritti o cautele. I dirigenti scolastici non possono rifiutarsi quando le famiglie ne fanno richiesta. Non vanno ignorate le richieste dei genitori con fragilità. A nostro avviso, l’educazione parentale (homeschooling) non può essere la risposta alle richieste delle famiglie”.

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