“Conte o morte” o “mai in un governo Draghi” , stiamo assistendo ed ascoltando di tutto.
Tante e tanti (fra politici e pseudo giornalisti) sono i “faccia da culo”e le fesserie che hanno il coraggio di dire e senza almeno chiedere scusa, che è difficile sperare per il meglio.
Assistiamo attoniti prosegue Molinari (mentre discettano di squadra di governo, se tecnico, politico o tecnico/politico e sciorinando nomi ad cazzum e condizioni da imporre) ad una spudorata e pericolosa pantomima, come se il Presidente della Repubblica, nel suo sintetico e forte “cazziatone” di meno di qualche giorno fa ad una classe politica indecorosa, sia l’unico ad avere chiara la tragica situazione da “fine dei giochi” che la Nazione sta correndo e sta facendo correre a tutta l’Europa.
Non resta che attendere il discorso programmatico di “San Drago” e vedere chi lo voterà, per renderci conto se siamo o no ad una svolta storica.
Dopo il “rimescolamento”, ad oggi solo formale, fra e tra tutti i comprimari del teatrino (con giravolte da prima etoile) e dichiarazioni filo europeiste (per pietà evito di citare precedenti posizioni) a iosa, sara’ interessante perché quello sì il vero spartiacque che li costringerà ad accettare contenuti e temi.
Se la cd “classe Politica” non approfitterà , anche questa volta, di far evolvere la nostra Democrazia (e loro, i partiti, a ridiventare quello che la Costituzione sperava fossero) ed aiutarla a tirarsi fuori dal pantano di vecchi ed incartapecoriti ideologismi (che vengono utilizzati, purtroppo e per lo più , solo per conservarsi la comoda poltrona), veramente non avremo piu futuro come Nazione.
Per il resto…”a la carte”.
Ps. :
Per quel che puo’ valere il mio giudizio e pur se lontana dai miei (sigh!) ideali, occorre riconoscere la coerenza anti Draghi – ma assicurando una opposizione a tutela della Nazione – di Giorgia Meloni e FdI, visto che gli altri sanno tutti di essere fuori posto ovvero dentro una ammucchiata da fine rappresentazione; finti responsabili e come se non fossero autori e/o coautori del disastro in cui siamo precipitati conclude l’esponente dell’Idv .