Il Gip del Tribunale di Firenze, Federico Zampaoli, ha disposto stamane l’archiviazione del procedimento giudiziario a carico di Vittorio Sgarbi per la denuncia di diffamazione e calunnia presentata nel 2019 dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per un articolo sul quotidiano “Libero” in cui il parlamentare e critico d’arte scriveva, tra le altre cose, “Per obbedire agli ordini di un Grillo nella cui casa il figlio indagato ha stuprato una ragazza, garantendogli con Bonafede, un ministro della giustizia amico. Vergogna. Usare lo Stato per proteggere il loro capo”.
In ordine all’ipotesi della calunnia il GIP ha scritto come “risultano carenti gli elementi oggettivi del reato, non risultando sporta (da Sgarbi) alcuna denunzia , querela, richiesta o istanza diretta all’autorità giudiziaria o ad altra autorità che a questa abbia l’obbligo di riferire e nemmeno avviato alcun procedimento penale” e che le dichiarazioni di Sgarbi contenute nell’articolo costituiscono comunque “espressione di opinioni che ricadono nel campo dell’immunità dell’art. 68 della Costituzione”. Sgarbi, che ne procedimento era difeso dal suo avvocato Giampaolo Cicconi e dal collega fiorentino Antonio Voce, così commenta: “Un Ministro della Giustizia, peraltro avvocato, dovrebbe conoscere l’art. 368 del codice penale”