Ora che il Consiglio di Stato ha messo la parola fine al cosiddetto concorso dei veleni, e la cattedra di Archeologia della Normale, rimasta vuota per un decennio dopo il pensionamento di Salvatore Settis, è stata assegnata a Maria Luisa Catoni, già all’IMIT di Lucca, ho chiesto al Ministro dell’Università e Ricerca, con una interrogazione pubblicata dal Senato il 17 febbraio (n. 3-02263; link http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1208096/index.html), “se, prendendo spunto anche dalla vicenda descritta, non intenda assumere iniziative per scongiurare che in futuro qualsiasi ateneo, specialmente se prestigioso come la Scuola Normale Superiore di Pisa, possa vedere minata la propria credibilità nazionale e internazionale da procedure concorsuali che lascino spazio al sospetto di non premiare il merito ma seguire un copione predeterminato, che di trasparente ha solo l’identità del pre-scelto e di chi deve fargli da doppio per assicurare un’apparente regolarità procedurale, in una dinamica di scambi di favori tra baronati universitari in cui sempre più spesso appare coinvolto anche il Ministero dei Beni Culturali”. E ancora: “se e quali iniziative di competenza intenda assumere per contrastare la frequente e proterva violazione del DPR 11 luglio 1980 n. 382 che all’art. 13 impedisce ai professori in aspettativa di formare commissioni concorsuali, com’è invece accaduto anche nel caso esaminato, perché nega loro l’elettorato passivo”. Nel caso della commissione esaminatrice che ha selezionato la Catoni, formata da Massimo Osanna, Elisa Chiara Portale e Stephane Verger, quest’ultima notazione si riferisce all’archeologo venosino, oggi Direttore generale Musei del MiBACT ma professore ordinario in aspettativa della Federico II di Napoli. Nonostante detta contestazione rimbalzi da tempo contro il muro di gomma di molti atenei e persino della Funzione Pubblica, non è ammissibile che prassi sprovviste di alcuna legittimazione si affianchino alla normativa vigente e, nella generale ‘distrazione’, ne prendano il posto come nel gioco delle tre carte.
Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)