Marialba Russo Cult Fiction a cura di Cristiana Perrella
1 marzo -15 aprile 2021 Prato, 19 febbraio 2021.
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Dopo Soggetto Nomade–collettivadel 2019 in cui le sue immagini, insieme a quelle di altre quattro fotografe italiane, affrontavano il tema dell’identità femminile tra gli anni ’60 e gli anni ’80, –Marialba Russotorna al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di PratoconCult Fiction, mostra personale che dal 1 marzo al 15 aprile 2021 espone per la prima volta la celebre serie fotografica dedicata ai manifesti dei film a luci rosseapparsi nelle strade di Napoli e Aversatra il marzo 1978 e il dicembre 1980, gli anni dell’apertura nel nostro paese delle prime sale cinematografiche specializzate e del conseguente boom del genere. Un fenomeno nuovo per l’Italia di quegli anni, soprattutto nel suo carattere manifestamente pubblico, non piùnascosto, di cuiCult Fiction rappresentala testimonianza. Conostinata curiositàe spirito collezionistico, perfezionando quasi un nuovo generenella storia della fotografia, Marialba Russo documenta quella che Goffredo Fofi definisce “l’esplosione di una vitalità ormai perversa, ma pur sempretale, nella storia della cultura popolare […] che ha avuto nel cinema la sua espressione più varia e scatenata”. La serie descriveuncinema tutto al maschile–se si eccettuano poche eccezioni come quella della regista Giuliana Gamba –che rappresentanello spazio pubblico il corpo della donna attraversomanifestispessogrotteschi,dai titoli quasi comici.Presentando oltre 60scattitra i più significativi della serie,la mostraa cura di Cristiana Perrellariproduce nella sua installazione la materia effimera e il forte impatto della pubblicità stradale, con le immagini incollate direttamente al muro, restituendo in pieno la forza di un lavoro che ci parla, da una parte, della spinta alla liberazione sessualedi quegli anni, ma dall’altra anche di una raffigurazione del corpo della donnafortemente mercificato. La rivoluzione culturale, politica, sociale degli anni Settanta, che Marialba Russo(Napoli, 1947) ha documentato con sguardo antropologicoin molte sue manifestazioni, finisce infatti con il mettere la rappresentazione esplicita dei corpi e della sessualità al centro di un nuovo mercato, favorendo lo sviluppo di un “cinema di genere” che se svela ipocrisie e arcaismi della societàitaliana non scardina però i consueti rapporti di potere.La mostra è accompagnata dalla pubblicazione da parte di Nero Editionsdel volumeche raccoglie il progettoCult Fiction,con tutti gli scatti e due testi introduttivi, quello dello scrittore ecritico cinematografico Goffredo Fofie quello di Elisa Cuter, autrice di Ripartire dal desiderio(Minimum Fax, 2020).In occasione di Marialba Russo.Cult Fiction il Centro Pecci propone Radio Luna, un palinsesto di conversazioni sulla nuova piattaforma socialClubhousea partire dal 1 marzo. Radio Lunaprende il nome dall’esperimento radiofonico lanciato nel 1975 con Ilona Staller –conduttrice della prima e unica “radio sexy” italiana che esplose proprio grazie all’apparizione dei film a luci rosse, diventando un fenomeno di costume –e ospiterà due appuntamenti settimanali, in seconda serata, dedicati all’approfondimento dei temi trattati dalla mostra, come il rapporto arte-pornografia, quello pornografia-femminismoe la rappresentazione del corpo della donna.Ancora una volta il Centro per l’arte contemporanea Luigi Peccisi conferma un centro di ricerca e produzione attento all’analisi delle molteplici storie culturali del nostro paese dagli anni Settanta a oggi, ma allo stesso tempo partecipe del dibattito internazionale sui temi più aggiornati e rilevanti. Marialba Russo, napoletana, vive a Roma dal 1987. Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Sessanta e la sua attenzione èrivolta alle rappresentazioni religiose e alle feste popolari dell’Italia centromeridionale. Negli anni 1976 e 1977 pubblica Al ristorante il 29 settembre 1974 e Giornale Spray nella collana “i Quaderni dello sguardo” da lei ideata. Accanto alla ricerca personale e all’attivitàespositiva collabora con Vogue Italia e altre testate italiane e straniere. Nel 1979 con la sequenza fotografica Il parto, Marialba Russo rappresenta l’Italia in “Venezia 79 la fotografia” nella sezione “Fotografia Europea Contemporanea”. Nel decennio successivo èpresente in diverse manifestazioni e iniziative dedicate alla fotografia in Europa e negli Stati Uniti, mentre continua a collaborare con alcune UniversitàItaliane dove tiene corsi di fotografia. Prosegue le sue sperimentazioni sul linguaggio fotografico con i lavori Della seriedelle centotrenta figure di spalle del 1981 e 1929 Ritratto di mio padre e mia madre del 1982. Nel 1989 la Galleria d’Arte Moderna Giorgio Morandi di Bologna propone una sua retrospettiva e la monografia Marialba Russo -Fotografie 1980-1987 accompagnata da una lettera di Alberto Moravia. Negli anni Novanta l’autrice muove la sua ricerca in una riflessione piùintima e analitica, dove il paesaggio èmetafora di un tempo interiore. E’ del 1993, edito da Mudima Milano, Roma, Fasti Moderni -il disordine del tempo, un racconto fotografico sulla Roma archeologica. Epifanie del 1997 èuna raccolta di fotografie di viaggio, a cui faranno seguito gli intimi racconti per immagini di Famosa del 1998 e del Il ritratto di me del 1999. Nell’ultimo decennio il Museo della Fotografia di Salonicco e il Jin Tai Art Museum di Pechino propongono in anteprima un’esposizione de l’Incanto il volume èedito da SkiràMilano nel 2004. Espone con i lavori come una pietra su un ramo alla Certosa di Padula nella mostra Vanitas leopere e i giorniideata da Achille Bonito Oliva, e con il Cantico della farfalla al Maxxi Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo per “Fotografia le Collezioni” a cura di Francesca Fabiani. Nel 2010 Camera Obscura di Salonicco edita la plaquette Worlds of Glamour and Banality a cura di Aris Georgiou. Collabora alla mostra Alterazioni la materia della fotografia tra analogico e digitale a cura di Roberta Valtorta e Storie dal Sud dell’Italia dalle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo Milano. Confine èil secondo volume di una trilogia iniziata con l’Incanto e dedicata al tema della ricerca che il soggetto -umano, animale, reale, simbolico -compie dentro e oltre sé stesso; il terzo volume èdi prossima pubblicazione. ConTravestimento edito da Postcart, nel 2016 riprende la pubblicazione dei “i Quaderni dello sguardo
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