Ormai da quasi un anno scrivo non solo che l’accentramento sanitario in macroscopiche realtà ospedaliere non favorisce la scomparsa del virus, anzi lo alimenta e lo accelera, e che una cura sul territorio avrebbe evitato migliaia e migliaia di morti che io definirei tout court per “ covid indotto”, tant’è che più volte ho mutuato una frase di Indro Montanelli secondo la quale i luminari sono i primi ad inciampare in un semplice filo di lana, ma ora, che si è espresso di recente anche l’Istituto superiore della sanità, come leggo sulla stampa, voglio esprimere un mio pensiero.
Un recente rapporto del predetto Istituto superiore, con riferimento alla sanificazione di strutture sanitarie e non nell’attuale emergenza COVID-19, riporta i tempi di vita delle particelle virali sulle superfici più comuni, e dice che sulla plastica il covid vive parecchi giorni, mentre sulla carta solo 3 ore.
Se così dovesse davvero essere (in caso contrario ISS avrebbe detto una balla !), io penso che, come l’ho già detto un migliaia di volte, che molti ricoverati in strutture macroscopiche, non solo sono morti di crepacuore al solo vedere infermieri, medici, personale vario ecc.ecc, vestiti da “palombari plastificati all’esterno”, ma anche e soprattutto perché, stante quanto ha detto ISS, la plastica faceva parte allora, e lo fa anche adesso, del vestiario anticovid fatto di maschere in plastica, visiere in plastica, grembiuli in plastica, materiali sanitari in plastica, respiratori in plastica, telefonini, ecc.ecc., su cui il virus si è posato per parecchi giorni, alimentando infezioni e morte.
Se a tutto ciò, si aggiunge il fatto che, oltre alla concentrazione “logistico-concentrata” in spazi angusti e ridotti, stante la carenza precaria di sanità territoriale, va da se che anche il virus a sua volta si concentra e si propaga più massicciamente, determinando situazioni patologiche infauste, allora vien da pensare che siano stati fatti degli errori madornali che hanno causato più della metà dei decessi, almeno in Italia.
Che ne dicono i vari Galli, Viola, Pregliasco, Crisanti, Capua, luminari che, salvo errore, non hanno mai detto una parola in proposito, pur inflazionando quotidianamente le televisioni ? Avessero detto un “et” sugli errori, invece di continuar a sentenziare terrorizzando la povera gente, sotto l’ombrello di una scienza che non vede tutti preparati ? E quindi si preoccupa ancor di più ?
ARNALDO DE PORTI
Belluno Feltre