Bisogna cogliere l’opportunità irripetibile del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi per fare quegli interventi strutturali che possono dare un futuro alle nostre nuove generazioni. Si mettano al lavoro per fare la riforma della pubblica amministrazione e della giustizia civile, in modo da cogliere non a parole l’occasione del Recovery Plan, e perfino per fare quella fiscale
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia
Mi è tornata alla mente la scena dell’ex cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, che si rivolta nella poltroncina bianca e fa esplodere in una risata collettiva l’Aula Magna della Bocconi, a Milano, gremita per la giornata di inaugurazione del Salone del risparmio. Sono passati sei anni, ma la scena ancora mi diverte. Risento le sue due risposte identiche, con le guance rosse, a due mie domande. Cito a mente: “Lei ha fatto le riforme che hanno rimesso in carreggiata la Germania, ma non è stato rieletto e il dividendo politico lo ha incassato la signora Merkel. Le ha mai detto ‘grazie’?” Risposta, con piglio imperativo e guance rosse: “Nein.” Cito, sempre a mente: “Dopo di lei sono arrivate altre riforme strutturali, la signora Merkel è andata avanti su questa strada?” Risposta, con piglio ancora più imperativo e guance ancora più rosse: “Nein.” Poi, in privato, l’ex cancelliere tedesco riconosce finalmente un merito a Angela Merkel: “Ha attuato bene le riforme che avevamo fatto noi, in questo è stata brava, non ha ricominciato daccapo.” Fa anche di più. Perché non rinuncia a dire che “le ragioni dei nostri giovani vengono prima di quelle della mia rielezione”. Perché, guardandomi fisso negli occhi, attribuisce alla Merkel la consapevolezza di quelle scelte e la capacità di cambiare la storia della Germania attuandole con metodo e pragmatismo. Un ritratto da statista.
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