ALEPPO. DONNE AL CENTRO DEL LAVORO: UN PROGETTO DI PRO TERRASANCTA RIVOLTO ALLE AZIENDE A DIECI ANNI DALL’INIZIO DELLA GUERRA IN SIRIA
Gentili colleghi,
in concomitanza con la festa della donna e a pochi giorni dal decimo anniversario della guerra in Siria, Pro Terra Sancta lancia l’iniziativa “Donne al centro del lavoro”, un progetto pensato rilanciare il lavoro femminile con il sostegno di aziende e imprese. In una situazione critica dal punto di vista economico e sanitario, aiutare a creare dignità lavorativa per un gruppo molto fragile di una società ancor più fragile come quella siriana è fondamentale. Il progetto si focalizza sui quartieri di Aleppo est in Siria, la zona più degradata della città che dal 2012 al 2016 era sotto il controllo dell’opposizione al esercito governativo. La battaglia di Aleppo del 2016 è una delle fasi di violenza più acute per il paese ed è proprio la zona orientale della città a farne le spese: più del 70% degli edifici viene distrutto dai bombardamenti fatti per colpire le milizie che qui si erano stabilite. Con loro però vengono colpite anche molte donne, quelle che, consenzienti o meno, venivano prese in spose per ripopolare lo stato islamico come da propaganda. Queste “spose della Jihad”, ragazze giovanissime di bassa estrazione sociale e prive di educazione e i loro figli, vengono abbandonate nel 2016 quando Aleppo viene riconquistata dall’esercito siriano: alle milizie viene garantito un corridoio umanitario dalle Nazioni Unite per fuggire a nord, verso Idlib, mentre donne e bambini rimangono indietro. Molte di loro, con figli piccoli tra gli uno e i quattro anni, per non essere additate come alleate delle milizie islamiche e subire ancor di più l’emarginazione, negano che i bambini siano loro, non li riconoscono e non li fanno registrare all’anagrafe. I bambini intanto crescevano quasi come orfani fra le macerie. Nel 2017 il fenomeno viene scoperto e denunciato e nel giro di qualche mese, grazie alla collaborazione dell’autorità islamica di Aleppo, riusciamo ad avviare un processo di riconoscimento legale e di iscrizione all’anagrafe che aprirà ai bambini la possibilità di accedere all’istruzione primaria e a creare una comunità in grado di dare sostegno umanitario, con distribuzioni di pacchi alimentari e voucher per l’assistenza sanitaria, e sostegno psicologico a madri e figli. È solo il primo passo di un piano di azione ben più lungo e complicato. Dal 2018 Pro Terra Sancta coordina e supporta progetti che coinvolgono le donne di Aleppo Est e hanno come scopo il renderle autosufficienti. Garantisce loro assistenza sanitaria e psicologica: molte di queste donne hanno subito violenza fisica ed emotiva sia da parte delle milizie che da parte della società che le ha disconosciute e denigrate. Vengono offerti corsi di alfabetizzazione ai bambini che si preparano a entrare nel sistema scolastico, ma spesso le loro mamme sono prive di istruzione e il rischio è che rimangano comunque emarginate. Così sono stati attivati corsi di lingua araba e di “Life skills”, ossia di tutte quelle abilità di comprensione e interazione sociale che servono quotidianamente per navigare nella vita. Adesso è arrivato il momento di inserirle in un percorso professionalizzante e aiutarle ad aprire e gestire con profitto una loro attività perché ritrovino dignità ed un ruolo nella società. Oggi stiamo vivendo un momento molto delicato: 101.000 nuovi disoccupati a causa del Covid di cui il 98% donne. È proprio per questo che vogliamo aprire un dialogo con chi conosce l’importanza del lavoro, con chi sta facendo grandi sacrifici per continuare a garantire una continuità lavorativa ai propri dipendenti. Durante la pandemia le difficoltà personali sono diventate collettive e la sensibilità rispetto ai problemi della disparità di genere e della disoccupazione femminile è molto più alta. È il momento migliore per investire in risorse umane marginali e sottostimate perché le donne di Aleppo Est che parteciperanno al nostro programma di formazione professionalizzante sono estremamente motivate ad avere successo: vogliono poter mantenere sé stesse e i propri figli ma soprattutto vogliono ritrovare la dignità che è stata loro rubata dalle milizie. Sono propulsori economici affidabili e ci stiamo già muovendo per attivare un programma di micro-credito. Le aziende che finanzieranno “Donne al centro del lavoro” faranno parte di una cordata che costruisce ponti di solidarietà tra chi lavora oggi e chi avrà gli strumenti per lavorare in futuro.