Advertisement

Video disponibile al seguente link  https://we.tl/t-H9DPCbJzld

FRANCOFORTE, (GERMANIA), 10.03.21 – Dieci attivisti di Greenpeace Germania in parapendio sono atterrati questa mattina sul tetto del quartier generale della Banca Centrale Europea a Francoforte, nel bel mezzo di una riunione del board, per protestare contro la politica monetaria dell’istituzione europea, dannosa per il clima del Pianeta.

Advertisement

Gli attivisti hanno aperto uno striscione di dodici metri per sei con il messaggio: “Basta finanziamenti ai killer del clima”. Un altro parapendio ha sorvolato l’edificio mostrando uno striscione che recitava “Agite sul clima ora”.

Greenpeace activists demand “Act on climate now” at the headquarters of the European Central Bank (ECB) in Frankfurt. An activist on a paraglider protests with a flying banner. On 11 March 2021, the ECB will host a Council meeting chaired by Christine Lagarde with members of the Executive Board and the presidents of the European central banks. The activists warn that the climate crisis also endangers price stability. They demand that the ECB finally align its monetary policy with climate protection. “The ECB is stalling. It should quickly present a strategy for dealing with the climate crisis in monetary policy, but those responsible remain vague,” says Mauricio Vargas, financial expert at Greenpeace. “They are allowing their monetary policy to continue to favour climate-damaging companies.”
„Act on climate now“ fordern Greenpeace-Aktivist:innen am Sitz der Europäischen Zentralbank (EZB) in Frankfurt. Ein Aktivist am Gleitschirm protestiert mit einem Flugbanner. In der EZB findet am 11.3.2021 unter Leitung von Christine Lagarde die Ratssitzung mit Mitgliedern des Direktoriums sowie den Präsident:innen der europäischen Notenbanken statt. Die Aktivist:innen warnen davor, dass die Klimakrise auch die Preisstabilität gefährdet. Sie fordern von der EZB, ihre Geldpolitik endlich am Klimaschutz auszurichten. “Die EZB hält uns hin. Sie sollte zügig eine Strategie für den geldpolitischen Umgang mit der Klimakrise vorlegen, aber die Verantwortlichen bleiben vage“, sagt Mauricio Vargas, Finanzexperte von Greenpeace. „Sie lassen zu, dass ihre Geldpolitik weiterhin klimaschädliche Unternehmen begünstigt.“

L’azione nonviolenta arriva in contemporanea con il lancio di un nuovo rapporto – pubblicato oggi da New Economics Foundation (NEF), SOAS University of London, University of the West of England, University of Greenwich e Greenpeace Central and Eastern Europe – che rivela come le regole relative agli asset che le banche private possono fornire alla Banca Centrale Europea, a titolo di garanzia quando prendono in prestito denaro, favoriscono le compagnie di combustibili fossili. Il rapporto “Greening the Eurosystem Collateral Framework” mostra che la BCE ha sostenuto asset per un valore di circa 300 miliardi di euro, a beneficio di oltre 60 società, tra cui Shell, Total, Eni, OMV e Repsol.

Il rapporto arriva alla vigilia della riunione del consiglio direttivo della BCE sulla politica monetaria e offre tre scenari alternativi che la banca potrebbe adottare per sostenere la transizione verso le energie rinnovabili e per affrontare l’emergenza climatica, in modo da allinearsi all’Accordo di Parigi sul clima.

«La Banca Centrale Europea ha in pancia una quantità importante di asset ad alta intensità di carbonio. Invece di favorire i combustibili fossili, la BCE deve subito escludere questi asset tossici e cambiare le regole per affrontare l’emergenza climatica in corso. Una transizione verde e giusta verso un mondo resiliente senza CO2 deve essere la priorità per la Banca Centrale Europea», commenta la Direttrice Esecutiva di Greenpeace International, Jennifer Morgan.

La BCE, infatti, attribuisce a questi asset fossili un valore sproporzionato in base ai probabili sviluppi futuri del mercato che potrebbero essere determinati dalle indicazioni della politica comunitaria sul clima. Come si legge nel rapporto, il settore dei combustibili fossili, l’industria ad alta intensità energetica, i trasporti ad alta intensità di carbonio e le utility non rinnovabili costituiscono il 59% delle obbligazioni societarie ammissibili nel quadro delle garanzie collaterali della BCE, pur contribuendo solo al 24% dell’occupazione aziendale e al 29% del valore aggiunto lordo.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteVideochiamate e semiotica durante la pandemia: il quadrato semiotico delle videocall
Articolo successivoSuperbonus, Nardi: “Palazzo Enel X con il 110% segnale importante, prolungare la misura oltre il 2023”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui