SOMMARIO: ARRIVA LETTA – ANNIVERSARIO COVID – BOLLETTE & CARTELLE – TOCCA ALLA MELONI – ALITALIA CRASH – SCHIFEZZE A SANREMO – STORIA A TELE VCO
ENRICO, MA TE NE STAVI SERENO…
Enrico Letta se ne stava sereno nel suo dorato esilio di Parigi, ma la politica è cosa di sangue e così ha detto “si” alla lusinga di diventare il nuovo segretario del PD.
Reiterato autolesionista, dopo gli sgambetti di Matteo Renzi (ricordate il suo celebre “Enrico, stai sereno!” con successivo tradimento) il buon Enrico insomma ci riprova.
Tranquilli: da oggi per lui suonano e suoneranno le trombe e i plausi dei capigruppo PD, capicorrente, capimanipolo, intellettuali, non disinteressati boiardi di stato, di tanti aspiranti a posti, cariche e nomine. Si metteranno in mostra democratici di “area”, giornalisti Rai e dintorni, marchettari generici e DOC assicurandogli presenze garantite in tutti i programmi televisivi e d’opinione in un tripudio di interviste e genuflessioni.
Tutti saranno pronti agli osanna e a dirgli “bravo, bene, bis!” ma contemporaneamente iniziando a pensare sul come abbatterlo non appena sarà possibile.
Auguri comunque a Letta che mi sta pure simpatico, ma una sola cosa sarebbe davvero stonata, ovvero che – in cambio “della grave pena” (copyright di Scalfaro quando nel ’45 chiedeva la condanna a morte di qualche fascista) – gli fosse stato davvero promesso sottobanco di diventare il prossimo Presidente della Repubblica. Mercanteggiare il Colle con i 30 denari di una congiura interna nel palazzo del PD mi sembrerebbe decisamente oltraggioso.
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
Un ricordo rispettoso e commosso ai 100.000 morti italiani in un anno per il COVID con l’augurio che finalmente decolli la campagna vaccinale perché ad oggi siamo ancora solo al 2,98% di vaccinati, praticamente gli ultimi in Europa.
Se serviranno nuovi sacrifici (vedi zone rosse) mi auguro che siano finalmente determinanti e risolutive, senza un continuo stillicidio di decisioni che proseguono da un anno senza risolvere i problemi.
Serve anche “realpolitik”: se il vaccino Sputnik funziona venga usato, non lo si emargini solo per questioni politiche. Soprattutto i governi chiedano l’avvio di una seria inchiesta a livello europeo sui perché dei ritardi, dei silenzi, delle evidenti connivenze dei vertici UE con i boss dell’industria farmaceutica, una complicità che pesa vista l’opacità dei contratti, dei pagamenti, delle (mancate) penali, dei silenzi omertosi che stanno contraddistinguendo le manovre di Bruxelles..
BOLLETTE & CARTELLE
Comprensibilmente il governo si pone il problema delle cartelle esattoriali non pagate e che si stanno accumulando da mesi visti questi tempi bui. Siano ormai a decine di milioni di pratiche da smaltire in qualche modo e – come sempre – tira aria di organizzare l’ennesimo condono.
Mossa anche comprensibile, ma qualcuno pensa ai milioni di contribuenti che – ligi al dovere – HANNO INVECE PAGATO NEI TERMINI?
Forse un qualche “bonus” di ringraziamento dovrebbe essere considerato anche per loro perché altrimenti – una volta di più – chi non paga alla fine viene premiato e chi invece ha pagato è come sempre fregato! Non lamentiamoci poi se l’Italia è la patria dei furbi e sempre più persone decidono di NON pagare, sperando nei condoni prossimi venturi che sono sempre…i penultimi.
TOCCA ALLA MELONI
Non c’è nulla da fare: se un leader del centrodestra cresce nei consensi parte subito la macchina del fango. Avvenne con Salvini, ma è già il turno della Meloni che “Repubblica” accusa – pubblicando le confessioni del solito “pentito” filtrate dai soliti PM dell’Antimafia di Roma – di aver consegnato 35.000 euro in contanti nel 2013 a un gruppo di Rom (!) incontrandoli personalmente ad un distributore di benzina vicino a Latina. La Meloni, secondo il pentito, sarebbe stata a bordo di una Volkswagen nera e avrebbe pagato gli zingari per ottenere “voti di scambio” e appiccicamento di manifesti in zona.
La vicenda appare francamente inverosimile, la Meloni ovviamente smentisce e querela, ma intanto la gogna mediatica è cominciata. Difficile pensare a una Meloni che incroci di persona proprio dei Rom e serve poco alla leader di FdI sottolineare che non ha mai avuto un auto nera o che da quelle parti non poteva esserci in quel giorno: la maldicenza serpeggia sottile, “Repubblica” (e chi ci sta dietro) è potente.
ALITALIA
Una voragine. Dopo quattro anni di amministrazione straordinaria il governo Draghi ha appena deciso di nominare altri due commissari in Alitalia che a questo punto – salvo errori – diventano contemporaneamente ben otto. In quattro anni sono stati intanto dilapidati 1,3 MILIARDI di prestiti dello Stato, 300 MILIONI di interessi passivi, 350 MILIONI di ristori Covid (sempre dello Stato) a compensazione del crollo del traffico aereo del 2020, con circa 3 MILIARDI di debiti accumulati dalla bad company nei confronti dei fornitori e ora altri 3 MILIARDI in pancia alla nuova società, direttamente controllata al 100% dal ministero del Tesoro (quindi sempre dallo Stato). Ci si poteva aspettare che la compagnia avesse intanto tagliato di brutto i suoi costi e soprattutto le sue consulenze esterne che invece sono lievitate ad oltre 14 milioni l’anno solo per pagare i consulenti che la stanno accompagnando in questo periodo. Altro che decollo, l’Alitalia è un continuo schiantarsi al suolo! Fosse fallita anni fa avremmo risparmiato somme sufficienti a creare una nuova flotta e una nuova società, come avvenne per Swissair, Sabena, Olympic. Eppure in Svizzera, Belgio e Grecia si vola lo stesso con altre aziende “nazionali”. Quando finirà questo suicidio?
SCHIFEZZE A SANREMO
Ma perché a tutti i costi replicare anche quest’anno Sanremo? Da un anno la musica italiana è ferma, teatri e cinema chiusi, mentre cantanti, autori, musicisti ma soprattutto tutti quelli che lavorano dietro le quinte sono (letteralmente) alla fame.
Il (brutto) festival di Sanremo 2020 è stata una forzatura alla legge, al buon senso, alla decenza.
Alla legge perché una volta di più non è stata “uguale per tutti”. Migliaia di locali si erano adeguati alle richieste anti-Covid e si erano messi in regola per poter lavorare e sono comunque dovuti rimanere chiusi, mentre a Sanremo (pur essendo a due passi dalla Costa Azzurra, la zona più colpita dal Covid in Francia) tutto è stato permesso e l’Ariston è stato appositamente riaperto a differenza dei cinema e teatri di tutta Italia. Potenza della Rai, ma uno scandaloso (e pericoloso) privilegio.
Al buon senso perché è apparso evidente che gli invitati, i prescelti, i “big”, i presentatori ecc. fanno tutti capo a un ristretto gruppo di organizzatori che in Rai fanno il bello e il cattivo tempo inserendo nomi delle proprie agenzie e magicamente escludendo gli altri.
Alla decenza perché certe rappresentazioni – vedi Achille Lauro, per intenderci – hanno fatto davvero schifo, al di là della sopportazione, della logica, del buonsenso, del buongusto…eppure tutto è stato loro concesso. Perché?
Perché la Rai (meglio, alcune persone in Rai) possono evidentemente permettersi tutto, ricattare politici e centellinare ospiti in un eterno, opaco connubio dove il “servizio pubblico” non conta nulla rispetto ai tanti “interessi privati” che permettono ad alcuni di spuntare cachet milionari.
Ma cosa aspetta il governo Draghi a fare pulizia anche in questo macello, a cacciare finalmente incrostati privilegi di persone impresentabili? Cosa aspetta la “Commissione di vigilanza RAI” a chiedere e soprattutto ad ottenere la testa dei responsabili?
Immaginate se un festival trash come quello di Sanremo quest’anno fosse stato prodotto e trasmesso alla BBC: impossibile.
Sanremo era (una volta) la presentazione della musica e dei cantanti italiani nel mondo: secondo voi, che ulteriore immagine di pazzi esce all’estero del nostro paese? Da festival della musica italiana, Sanremo è stato trasformato nel festival delle banalità, con conduttori che si mettono parrucca e corone di spine tra musicisti gay che trovano rivoluzionario e irriverente baciarsi sul palco.
E bisogna ridere, apprezzare o quantomeno tacere, altrimenti sei etichettato come razzista, fascista, bigotto, omofobo e misogino.
La verità è che siamo un paese culturalmente ormai inesistente, dove anche nella musica c’è solo il (falso) politicamente corretto, dove bisogna esagerare per fare audience. Se poi l’audience non c’è basta inventarsi le cifre e se comunque anche le cifre non ci sono si parla comunque di “grande successo”.
Alla fine sono arrivate sul palco le ultraottantenni Orietta Berti e Ornella Vanoni, facendo scoprire che sono ancora loro (e sembrano solo loro) quelle che sanno o sapevano cantare.
LA NOSTRA STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming) ogni martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale – in collaborazione con UNI3 Arona – con repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30. Chi vuole connettersi in streaming mi cerchi su: www.vcoazzurratv.it agli orari indicati
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA