Impedito il ricovero di Afshin Baymani, maltrattamenti e pressioni sui prigionieri politici Esmail Abdi e Pouya Ghobadi
Appello per un’azione immediata per il rilascio dei prigionieri politici e per una commissione internazionale d’inchiesta che visiti le carceri
La magistratura del regime clericale ha condannato la prigioniera politica Forough Taghipour, la cui sorella è membro dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (MEK / OMPI), residente ad Ashraf 3 in Albania, a cinque anni di detenzione dopo averla tenuta in carcere per un lungo periodo nell’incertezza. Forough Taghipour, di 25 anni, fu arrestata il 24 febbraio 2020, insieme a sua madre, la signora Nasim Jabbari, nonché alla signora Zahra Safaei e a sua figlia, Parastoo Moeini, e tutte loro furono trasferite nel reparto 209 della prigione di Evin. Dopo circa due mesi di interrogatori, a metà aprile 2020 sono state trasferite nella famigerata prigione di Qarchak. Queste prigioniere sono state ripetutamente molestate e picchiate da agenti assunti dal capo della prigione di Qarchak. Forough Taghipour in quella prigione aveva precedentemente sofferto di COVID-19.
Giovedì 11 marzo Afshin Baymani, un prigioniero politico al ventunesimo anno di detenzione nella prigione di Gohardasht, è stato trasferito alla clinica della prigione a causa di un forte dolore al petto. Tuttavia, nonostante i consigli dei medici, è stato impedito il suo ricovero in ospedale. Baymani fu arrestato nel settembre 2000 per avere aiutato suo fratello, il martirizzato membro del MEK Mehdi Baymani, ed è stato condannato all’ergastolo.
In un altro sviluppo, sabato 13 marzo il regime clericale ha anche trasferito l’insegnante incarcerato Esmail Abdi dalla prigione di Evin a quella di Gohardasht, senza preavviso. Tuttavia, con il pretesto dell’assenza di un ordine di trasferimento da parte di Amin Vaziri, il procuratore speciale per i prigionieri politici, è stato portato al tribunale di Karaj, ammanettato e in un veicolo che trasportava pericolosi criminali. Il signor Abdi era stato arrestato nel luglio 2015 e condannato a sei anni di carcere nel febbraio 2016 dalla corte del regime clericale presieduta dal famigerato giudice Salavati. Le guardie carcerarie impedirono a Esmail Abdi di chiamare la sua famiglia e, per protesta, il 7 marzo 2016 lui iniziò uno sciopero della fame. Il suo contatto con la sua famiglia è stato limitato e condizionato alla presenza di un interrogatore.
Mercoledì 10 marzo 2021 il prigioniero politico Pouya Ghobadi è stato trasferito nel reparto carcerario fortemente infettato da COVID-19 del famigerato “Grande Penitenziario di Teheran (GTP)” per ordine del suo direttore Hamid Reza Fathi. L’azione punitiva è seguita alla protesta di Pouya contro il maltrattamento dei prigionieri malati da parte delle guardie carcerarie. Il reparto di quarantena è un luogo molto contaminato dove vengono tenuti i nuovi detenuti, compresi i criminali ordinari, il che aumenta la possibilità di contrarre il COVID-19.
La Resistenza iraniana esorta il Segretario Generale delle Nazioni Unite, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e altre organizzazioni per i diritti umani a intraprendere un’azione immediata per il rilascio di tutti i prigionieri politici. Ribadisce inoltre la necessità di inviare una commissione d’inchiesta internazionale per visitare le carceri iraniane e incontrare i prigionieri, in particolare i prigionieri politici.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)
14 marzo 2021