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“Quando un certo giornalismo non conviene viene sempre attaccato. Soprattutto quando ha ragione. Ma da che mondo è mondo i servizi televisivi non influenzano i processi, se fosse così sarebbe grave e, soprattutto, irrispettoso nei confronti della professionalità e dell’autonomia della magistratura. L’attacco subito dall’ottimo giornalista Riccardo Iacona ci lascia perplessi e ci indigna: è come se si volesse, attraverso questa azione, comprimere la libertà di stampa intimorendo i cronisti. Ma la cosa ancora più preoccupante è che, attraverso l’attacco al lavoro svolto dai giornalisti della Rai si tentasse di delegittimare pure l’elefantiaco sforzo investigativo e giudiziario svolto dai carabinieri e dai magistrati antimafia di Catanzaro. Non solo: l’impressione che si riceve è pure quella di una subdola ma costante azione di delegittimazione nei confronti del Procuratore Nicola Gratteri, uno dei magistrati italiani più esposti ed a rischio. Le dinamiche di questa vicenda riportano alla memoria situazioni gravissime e conclusesi poi tragicamente che riguardarono negli anni ‘90 altrettanto coraggiosi magistrati siciliani”.

È quanto afferma il presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio nazionale antimafia “Falcone e Borsellino” Arcangelo Badolati in riferimento alle polemiche nate dopo il servizio della trasmissione Rai “Presa Diretta” sull’inchiesta Rinascita Scott condotta dalla Dda di Catanzaro.

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