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“Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Queste le parole di papa Francesco nell’ottobre dell’anno scorso. Per tutta risposta una decina di giorni fa, il 15 marzo, la Congregazione per la Dottrina della Fede in un Responsum, ha scritto: “La Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso”. La ragione sarebbe che queste relazioni
“implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso”. Ma guarda un po’. E dove sta scritto? Sicuramente non nel Vangelo.
Purtroppo c’è ancora chi ottusamente si domanda se l’omosessualità sia secondo natura o contro natura, quasi come se la distinzione potesse essere un criterio etico. Ammesso che gli atti di omosessualità siano “oggettivamente disordinati”, come recita il Catechismo, chi ha stabilito che il disordine sia sempre un male? Alle volte il disordine è bellissimo ed è da preferirsi all’ordine. Ma gli atti di omosessualità vanno contro il disegno di Dio. E chi lo ha stabilito? Dove sta scritto che l’omosessualità non possa rientrare nel misterioso ordine stabilito da Dio, così come la condizione di coloro che “nascono eunuchi dal seno della madre” ( Mt 19,12)? Ordine, disordine… ma che significa? Le nuvole in cielo sono ordinate o disordinate? E la vegetazione è ordinata o disordinata? Le onde del mare che s’infrangono contro gli scogli sono ordinate o disordinate? Sono belle.

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