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Il presidente della Fondazione Italia in Salute “Vaccinarsi è, per un medico, un dovere deontologico oltre che un requisito per poter lavorare in prima linea, accanto ai pazienti”

Firenze, 27 marzo 2021 – “Condivido pienamente l’intenzione del Governo di introdurre l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. La proposta doveva essere presentata già da tempo. Non è assolutamente accettabile in un contesto pandemico e con un canale preferenziale a disposizione per le vaccinazioni, avere ancora personale non vaccinato a diretto contatto con pazienti. La misura andrebbe estesa anche a chi lavora all’interno di quelle Rsa tristemente falcidiate in quest’ultimo anno. Ricordiamo che il primo obiettivo della campagna era quello di ridurre la mortalità anche rendendo gli ospedali ‘Covid free’, e per farlo c’è l’assoluta necessità di vaccinare tutti gli operatori”.

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Così Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute, commenta la proposta di introdurre un obbligo vaccinale per gli operatori sanitari lanciata ieri dal premier Draghi.

“Vaccinarsi è, per un medico, un dovere deontologico oltre che un requisito per poter lavorare in prima linea, accanto ai pazienti. Come ricordato dal presidente Fnomceo Filippo Anelli, la sicurezza delle cure prevista da una legge ad hoc è parte del diritto alla salute ed i medici sono coloro che hanno giurato di tutelare la salute fisica e psichica di ogni persona”, ha aggiunto Gelli.

“Ma non solo gli operatori sanitari. Io proporrei di estendere l’obbligo anche al personale scolastico. Questo dovrebbe essere un passaggio obbligato per poter riaprire il prima possibile tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Il Paese deve ripartire anche dall’istruzione, ma deve farlo in totale sicurezza”, conclude Gelli.

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