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 Roma. «Sono stufo per quello che sta accadendo, per le problematiche sanitarie, per i lavoratori che aspettano risposte: io riprenderò a fare musica con il mio staff al completo e invito tutti a programmarlo per tempo; non so se potremo tornare alla normalità e lasciarci dietro tutto questo ma è necessario potersi riprendere per fare economia».

È la dichiarazione fatta da Max Gazzè in videoconferenza dal Terminal2Studio di Roma per la presentazione del suo nuovo album “La matematica dei rami” con la Magical Mystery Band, in uscita venerdì 9 aprile.

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«Ci siamo incontrati lo scorso dicembre in questo studio – ha sostenuto l’artista – Il disco ha preso forma in questo studio e sono molto contento del risultato. In un momento in cui il mondo è costretto alla distanza, noi abbiamo avuto la fortuna di riunirci. Come in un cortocircuito, si sono riannodati i fili delle esperienze di ciascuno e ne è nato un disco che rappresenta più di una raccolta di canzoni, perché contiene la voglia di raccogliersi attorno a un nucleo centrale, suonare all’unisono come necessità, pur senza perdere la propria ricchezza».

Particolare la genesi del titolo “La matematica dei rami”.

«Prende spunto da una frase del brano “Figlia” in duetto con Daniele Silvestri – ha spiegato Max – È anche una bellissima citazione ispirata ad una tesi di Leonardo Da Vinci: come l’albero sembra seguire un andamento caotico nella crescita dei suoi rami per resistere al vento, così anche noi nell’apparente casualità delle nostre interazioni, dei nostri diversi suoni, delle diverse intenzioni, abbiamo trovato una forza tenace e antica, un’elastica ed armonica resistenza di cui andiamo fieri ed è stata una alchimia nel realizzare questo disco».

La presentazione ‘live’ di alcuni brani del disco, da “Del mondo” a “L’animale guida”, ha portato un’anima musicale all’incontro.

«Il nuovo disco mi ha accompagnato sul palco di Sanremo nella serata delle canzoni d’autore – ha precisato Gazzè – Sulle note di “Del mondo” ho celebrato la mia collaborazione con i CSI ad inizio carriera, mi è piaciuta quando ero all’estero e me ne sono innamorato subito: sono legato a questo brano che è emotivamente molto forte per me e che descrive in parte il tipo di sofferenza di questo periodo; il brano è inserito anche nell’album e prima cover presente in un mio lavoro».

Terminata la parentesi sanremese con la canzone ”Il farmacista” in gara fra i campioni, l’album fa riecheggiare le atmosfere degli ultimi mesi in studio trascorsi insieme alla Magical Mystery Band con Daniele Silvestri, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Duilio Galioto, Daniele Fiaschi e Daniele “il Mafio” Tortora.

«È un privilegio in questo periodo così duro fare musica tutti insieme – ha confidato Daniele Silvestri – La pandemia l’ha reso inevitabile, anche se volevamo farlo da sempre e bene».

«Questa mostra collaborazione non ha eliminato quella con i miei musicisti e non vedo l’ora di tornare a lavorare con loro – ha aggiunto Max – Questo album è comunque il frutto di un lungo e appassionante lavoro insieme alla Magical Mystery Band».

Attraverso testi sorprendenti, arguti e profondi, il disco affonda la lama molto spesso nel sociale, come in tanti brani di Gazzè, per parlare di crescita e a invecchiare serenamente (“Un’altra adolescenza”), disturbi emotivi (“Il vero amore”), la grande solitudine di una persona che si ritrova a chiamare i call center per trovare compagnia (“Le casalinghe di Shanghai”), amore nelle sue varie declinazioni (“Figlia”, “Attraverso”), riflessioni su sé stessi (“Autoanalisi”, “Animale Guida”) o con le suggestive riflessioni sulle diverse possibilità della vita (“Considerando”) e sull’oggi per denunciare una situazione politica e sociale alla deriva a causa anche di coloro che hanno sempre la soluzione in tasca (“Il Farmacista”).

«Era iniziato tutto nel mio studio casalingo, raccogliendo materiale di provenienze diverse e spesso inattese – ha ricordato – Poi le strade, che a volte si incrociano, in questo caso la mia e quella della Magical Mystery Band, hanno dato vita a queste canzoni».

A chiudere l’album è il pezzo “Figlia”.

«Ci siamo arrivati in maniera inaspettata – ha fatto notare Max – È nato in uno stato di grazia, strumentale in origine: l’ho ascoltato e mi è piaciuto moltissimo, poi è arrivato il testo di mio fratello Francesco che parla di figli senza scivolare nella retorica. L’incredibile intensità di questo ritrovarci improvvisamente vicini, strumenti in mano, dopo tutti questi mesi, credo si senta in ogni nota delle altre canzoni».

Franco Gigante

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