“Tra pupi, sceneggiata e Belcanto”, “La Cantata dei pastori” è ora trascritta foneticamente, accompagnata dalle arie dei sopranisti del Settecento. La coproduzione con Scabec e Campania teatro festival, proposta da Rai Cultura su Rai5 in una settimana di programmazione dedicata al Maestro
Trianon Opera – tra pupi, sceneggiata e Belcanto è il titolo del nuovo spettacolo di Roberto De Simone. Prodotta dal teatro Trianon Viviani, in collaborazione con Scabec e fondazione Campania dei Festival – Campania teatro festival, l’Opera sarà trasmessa su Rai 5, venerdì 30 aprile prossimo, alle 18, nell’àmbito della programmazione operistica della settimana a lui dedicata da Rai Cultura, dal 26 aprile.
Questo lavoro segna il ritorno del maestro napoletano nel teatro di Forcella – diretto artisticamente da Marisa Laurito – che aveva reinaugurato nel dicembre 2002 con la riscrittura melodrammatica di Eden teatro di Raffaele Viviani.
De Simone, che ha messo in scena Trianon Opera con Davide Iodice, per la regia televisiva di Claudia De Toma, spiega che lo spettacolo «innanzitutto intende essere una esplorazione storica e antropologica sulla religiosità napoletana sia a livello colto gesuitico, sia a livello popolare», attorno a un «documento scritto che fa da cardine esplorativo: l’opera Il vero Lume tra le ombre – più nota come La Cantata dei pastori – del drammaturgo gesuitico Andrea Perrucci, stampata nel 1698 e rappresentata in prima esecuzione in quello stesso anno».
L’autore si era già interessato alla Cantata con un allestimento nel 1974 al teatro san Ferdinando e con una versione televisiva nel 1977, prima produzione a colori della sede Rai di Napoli. Più recentemente con un saggio edito da Einaudi nel 2000.
«Scritta in versi italiani e napoletani, la Cantata era rappresentata nel periodo natalizio, sia in teatri parrocchiali sia in teatri popolari, ad opera di attori amatoriali affiancati da attori professionisti, subendo modifiche, aggiunte, trasformazioni circensi, e ripubblicata anno per anno dalle diverse compagnie per tutto il Settecento, e poi nell’Ottocento da altre edizioni napoletane, documentandone la vitalità religiosa e rituale fino alla prima metà del Novecento, per poco più di duecentocinquanta anni». «Ma Trianon Opera non presuppone una filologia revivalistica relativa al Natale – chiarisce De Simone –, né una riproposizione come modello esemplare rispetto a un testo secolare, che oggi è uscito definitivamente dalla tradizione, spentasi circa nel 1970, quando non produsse più autentiche rappresentazioni devozionali: la mia riscrittura di brani dell’opera si vale di una trasposizione con l’Ipa (International phonetic alphabet, cioè l’Alfabeto fonetico internazionale) del testo perrucciano, secondo la storica pronuncia orale dell’italiano da parte degli attori di tradizione napoletana, rendendone quasi incomprensibile il significato verbale, come si addice a un testo sacro».
«La parte musicale fa riferimento, fra l’altro, alla virtuosistica partecipazione dei celebri sopranisti evirati – aggiunge l’autore –che, nel Settecento, devozionalmente, nel periodo natalizio, nelle chiese e nei teatri parrocchiali si esibivano per un vasto pubblico, sia pur differenziato culturalmente». Ecco quindi una serie di arie di bravura, interpretate dal soprano Maria Grazia Schiavo, composte da Carmine Giordani (Giordano), Giovanni Battista Pergolesi, Domenico Cimarosa, Riccardo Broschi, Wolfgang Amadeus Mozart, Leonardo Vinci e anche Vincenzo Bellini, con un brano finale dello stesso De Simone, eseguite dai solisti dell’orchestra la Nuova Polifonia diretti da Alessandro De Simone.
«Alla fine spero di avere coniugato poeticamente – conclude il maestro De Simone –Storia e metastoria, scrittura e oralità, religiosità ufficiale e cristianesimo popolare, ricchezza della tradizione e degradato vuoto della contemporaneità teatrale, musicale e cinematografica; tuttavia, le musiche e le immagini televisive del presente melodramma vanno considerate come allegorie medievali e metafore multisignificanti».
La storia vede Maria Vergine e Giuseppe, rispettivamente interpretati da Michele Imparato e Pino Mauro, alla ricerca di un riparo sicuro a Betlemme, dove partorire il Bambin Gesù. Il loro viaggio viene ostacolato da Belfegor (Rosario Toscano), il demonio, con l’intento di impedire che il potere del bene arrivi sulla terra e che l’umanità si possa redimere dal peccato originale. Allo stesso tempo la coppia viene protetta dalla spada di Gabriello Arcangelo (Veronica D’Elia). Sia l’Arcangelo che il demonio, durante la vicenda, fanno ricorso a vari travestimenti, mostrandosi l’uno come viandante e sibilla e l’altro come masnadiero e tavernaio. A tali ben noti e sacri personaggi, se ne aggiungono altri di natura profana, come il vecchio pastore Armenzio (Antonio Buonomo) con il figlioletto Benino (Luca Lubrano), il pescatore Ruscellio (Biagio Musella), lo scrivano partenopeo Razzullo(Oscar Di Maio), inviato dall’imperatore a Betlemme per il censimento delle nascite. I pupazzi sono di Flavia D’Aiello.
Proprio Razzullo spiega la particolarità di quest’Opera al tempo del covid-19: «Ma mo, nfine arrivate, / a lu Trianon chiammate / pe’ misteriose vie / a recitare da nu munno a n’ato / sta Cantata / cu nu pubbrico assente in pandemia / senza siŝchi e senza sbattute ‘e mano / senza chi ce sente o ce vere / alla cecata, / cunzideranno chest’esibbizione / na partita a tressette cu lu muorto, / n’incontro ‘e boxe / senz’avversarie / addo chiavammo punie rint’a ll’aria / fino a mettere nderra / kappa-o l’avversario / cuntanno la vittoria».
Le scenografie sono firmate da Gennaro Vallifuoco, con scene dipinte da Raffaele De Maio. I costumi sono curati da Giusi Giustino. Le luci da Gianluca Sacco. Maestro addetto alla produzione musicale Elsa Evangelista. Le trascrizioni e le elaborazioni musicali sono di Roberto De Simone e Alessandro De Simone.
In orchestra: Massimiliano Giordano Orsini e Ivan Cocchia (violini), Alfonso Avitabile (viola), Giovanni Sanarico (violoncello), Giancarlo Cascino (contrabasso), Gabriele Cassone (tromba), Giancarlo Palena e Gabriele Corsaro (fisarmoniche), Giancarlo Palena (bandoneon), Nunzio Reina (mandolino), Antonio Paliotti e Francesco Scelzo (chitarre).
Il coro di voci bianche Calicanto è diretto da Silvana Noschese. Maestri sostituti Andrea Aymone, Colomba Capriglione e Maria Laudiero.
Pittore realizzatore Alfonso Raiola. Direttore di scena Costantino Petrone. Assistente alla produzione Emanuele Sacchetti. Assistente scenografo Alfredo Vella. Assistente ai costumi Concetta Nappi. Responsabile audio del teatro Daniele Chessa. Attrezzeria per i costumi Chicca Ruocco. Trucco e parrucco Artimmagine. Sartoria Di Domenico Fortuna. Realizzazione scene Alovisi Attrezzeria. Casting dei ruoli di Benino e Maria Vergine Adele Gallo, Massimiliano Pacifico. Macchinista Pietro Meglio. Aiuto elettricista Antonio Minichini. Attrezzista Isidoro D’Amato. Sarta di scena Rosaria Scognamiglio. Service luci Emmedue. Coordinamento generale Giovanni Pinto. Direzione di produzione Daniela Riccio. Ufficio stampa. fondazione Trianon Viviani: °Paolo Animato, responsabile – tel. 335 417548 / email comunicazione@teatrotrianon.org – Gabriella Galbiati – tel. 320 2166484 / email galbiati@teatrotrianon.org; Rai· Carlo Casoli – tel. 335 1290991 / email carlo.casoli@rai.it. NCMedia · Nicola Conticello – tel. 327 1428003 / email nicola.conticello@yahoo.it· Marco Giovannone – tel. 347 0370102 / email giovannone@ymail.com UNA SETTIMANA DI OPERE FIRMATE DA ROBERTO DE SIMONEDa “Eleonora” a “Trianon opera” in prima Tv.
È dedicata al regista napoletano Roberto De Simone la programmazione operistica della settimana dal 26 al 29 aprile che Rai Cultura propone tutte le mattine alle 10 su Rai5 e il venerdì anche con un’opera inedita alle 18.
Si inizia lunedì 26 aprile con Eleonora, spettacolo creato dal regista nel 1999 al San Carlo di Napoli, per ricordare la rivoluzione giacobina del 1799 e l’eroina Eleonora de Fonseca Pimentel. La voce narrante è di Vanessa Redgrave. Protagonisti Patrizia Ciofi, Bernadette Manca di Nissa, Luca Dordolo e Antonio Abete. Sul podio Stefan Anton Reck. Regia TV a cura di Andrea Bevilacqua. Segue, martedì 27 aprile, ancora dal Teatro San Carlo di Napoli, Don Pasquale di Gaetano Donizetti, andato in scena nel 1992 con la direzione musicale di
Franco Petracchi. Protagonisti sul palco Bruno Praticò, Bruno De Simone, Elizabeth Norberg Schulz, José Sempere. Regia televisiva di Ilio Catani. Mercoledì 28 aprile è la volta del Flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart diretto da Riccardo Muti, che inaugurò la stagione del Teatro alla Scala nel 1995. Nel cast Victoria Loukianetz, Matthias Holle, Paul Groves, Andrea Rost, Anthony Michaels-Moore. Regia TV di Tina Protasoni. Ancora dal Teatro alla Scala e diretta da Riccardo Muti nel 1989 va in onda, giovedì 29 aprile, Lo frate ’nnamorato di Giovanni Battista Pergolesi. Interpreti Alessandro Corbelli, Nuccia Focile, Amelia Felle, Bernadette Manca di Nissa, Luciana D’Intino, Ezio di Cesare, Bruno de Simone, Elizabeth Norberg-Schulz.
Regia TV di John Michael Phillips.
Chiude il ciclo, venerdì 30 aprile, un doppio appuntamento: la mattina alle 10 L’Osteria di Marechiaro di Giovanni Paisiello, in scena al Teatro Bellini di Napoli nel 2001 con Fabio Maestri sul podio. Nel cast Elizabeth Norberg Schulz, Gloria Scalchi, Filippo Morace, Marilena Laurenza, Giuseppe Parisi, Angelo Smimmo, Giulio Liguori, Raffaello Converso. Regia TV di Andrea Bevilacqua.
Nel pomeriggio alle 18 invece, in prima tv viene trasmesso dal Teatro Trianon Viviani di Napoli Trianon opera. Tra pupi, sceneggiata e belcanto, un omaggio alla cultura teatrale e musicale napoletana. Lo spettacolo, ripreso all’inizio di aprile 2021, è firmato da De Simone assieme al regista e drammaturgo Davide Iodice. Intitolato allo storico teatro di Forcella, Trianon opera unisce la tradizione del teatro popolare alle arie più memorabili della scuola belcantistica napoletana. Un viaggio tra musica e teatro, tra cultura popolare e belcanto, che raccoglie celebri arie come “Ah! non credea mirarti” dalla Sonnambula di Vincenzo Bellini al “Quando corpus” dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi. Tra gli intermezzi scenici, anche la versione fonetica de Il vero Lume tra l’Ombre di Andrea Perrucci, che racconta il viaggio di Giuseppe e Maria verso Betlemme. Una favola in bilico tra sacro e profano, che De Simone aveva già portato in scena in passato. Interpreti il soprano Maria Grazia Schiavo e gliattori Luca Lubrano, Antonio Buonomo, Pino Mauro, Michele Imparato, Rosario Toscano, Veronica D’Elia, Oscar Di Maio, Biagio Musella. Sul podio dell’ensemble strumentale la Nuova Polifonia, Alessandro De Simone. Regia TV di Claudia De Toma.
Nino Bellinvia