Milano. “La matematica dei rami” è nuovo progetto discografico di Max Gazzè frutto di un lungo e appassionante lavoro insieme alla Magical Mystery Band.
Terminata la parentesi sanremese, l’album fa riecheggiare le atmosfere degli ultimi mesi in studio trascorsi insieme a Daniele Silvestri, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Duilio Galioto, Daniele Fiaschi e Daniele “il Mafio” Tortora, i componenti della Magical Mystery Band che ha coprodotto, insieme allo stesso Gazzè, il nuovo disco e lo ha accompagnato sul palco di Sanremo nella serata delle canzoni d’autore, sulle note di “Del mondo”, brano inserito anche nell’album e prima cover presente in un disco di Gazzè, celebrando la sua collaborazione con i CSI ad inizio carriera.
Questo album è un lavoro collettivo con strumenti in mano, nato in un momento in cui il mondo era costretto alla distanza, mesi intensissimi tra ‘live’ set e ‘live recording’ alla vecchia, come dice lo stesso Max, e ore piccole di pura passione, risate, idee e armonie a confronto.
Come in un cortocircuito, si sono riannodati i fili delle esperienze di ciascuno e ne è nato un disco che rappresenta più di una raccolta di canzoni, perché contiene la voglia di raccogliersi attorno a un nucleo centrale, suonare all’unisono come necessità, pur senza perdere la propria ricchezza, un recupero delle origini e dell’identità.
Il luogo, o forse la casa comune, è stato il Terminal2Studio a Roma, lo storico studio di registrazione di Gianluca Vaccaro ripreso in mano dal progetto della Magical Mystery Band che gli ha ridato una vita artistica e sarà un prossimo polo di produzione e registrazione: lì ha visto la luce “La matematica dei rami”.
Il titolo dell’album è non solo un verso di uno dei brani più straordinari e commoventi dell’album, “Figlia” l’unico duetto di Max con Daniele Silvestri, ma è anche una frase ispirata ad una tesi di Leonardo Da Vinci: come l’albero sembra seguire un andamento caotico nella crescita dei suoi rami ma in realtà così resite al vento, allo stesso modo loro stessi, nell’apparente casualità delle loro interazioni, dei loro diversi suoni, hanno trovato una forza tenace e antica, un’elastica ed armonica resistenza; una dichiarazione di intenti precisa che rimarca la compattezza e la maturità di tutto il lavoro, costruito suono dopo suono, dove l’approccio cantautorale ed esistenziale di Max si è integrato ed amalgamato ad una ricerca di suoni ed arrangiamenti propri di una band già affiatata e collaudata.
Attraverso testi sorprendenti, arguti e profondi, il disco affonda la lama molto spesso nel sociale, come in tanti brani di Gazzè, per parlare di crescita (“Un’altra adolescenza”), disturbi emotivi (“Il vero amore”), solitudine (“Le casalinghe di Shanghai”), amore nelle sue varie declinazioni (“Figlia”, “Attraverso”), riflessioni su se stessi (“Autoanalisi”, “Animale Guida”) o sulla vita (“Considerando”), sull’oggi (“Il farmacista”).
L’album si apre con le suggestive riflessioni sulle diverse possibilità della vita di “Considerando”, che trovano una ritmica ricca ed epica valorizzata dalla ‘drum machine’ dopo un avvio di chitarra tintinnante, mentre la voce di Gazzè esplode aperta e passionale.
E se il brano “Il farmacista” è stato vestito di ironia e sonorità elettroniche per denunciare una situazione politica e sociale alla deriva a causa anche di coloro che hanno sempre la soluzione in tasca, “Il vero amore” dipinge un quadro di ordinario squilibrio emotivo con le tinte del rock’n’roll: un racconto di un amore tossico rappresenta uno dei pezzi musicalmente e tematicamente più densi di tutto l’album. Il ricordo del fervore adolescenziale e la capacità di andare avanti e crescere, invece, è tutto nelle nitide immagini riportate in “Un’altra adolescenza” che si apre con un giro di chitarra classica a ricordare i falò sulla spiaggia, e viaggia spedito su un ritmo che si insinua nelle casse e difficilmente abbandona dopo l’ascolto.
Musicalmente coinvolgente ma dal testo malinconico è “Le casalinghe di Shanghai” che svela la grande solitudine di una persona che si ritrova a chiamare i call center per trovare compagnia: una realtà amara, una storia buia ma emotivamente interessante descritta in uno dei pezzi più singolari dell’album.
Non manca in questo mosaico di storie, una favola dark intrisa di elettronica: “L’animale guida” che gioca sul confine tra fantasy, inconscio, poesia e immaginazione, è sinonimo di quella libertà creativa e di quella originalità molto tipica di Gazzè: e colpisce nel segno il gotico di questo brano che immerge magnificamente un personaggio a tinte fosche dentro un quadro ad acquerello.
Una cavalcata al pianoforte arricchita da echi di chitarre e dalla voce soavemente sferzante e anti-retorica di Gazzè è “Attraverso”, prima e unica vera ballad del disco, seducente e densa, e anti-conformista nei confronti delle canzoni d’amore.
Il titolo del brano “Autoanalisi” ne descrive perfettamente il contenuto dove strumenti acustici ed elettronici si fondono perfettamente e fanno da tappeto sonoro al brano.
Un’intro psichedelica e una lunga cosa elettro-strumentale aprono e chiudono una vera perla dell’album, “Figlia”; il brano vede la collaborazione di Daniele Silvestri sia nel testo che nel canto, regalando un duetto straordinario per intensità, contenuto e arrangiamento, con versi dalla prepotente forza evocativa: rock e progressive si mescolano, distorsioni e aperture si affiancano, per quella che subito risalta all’ascolto come un’avventura sonora ed emozionale di grande cura, fascino e complessità, arricchita da una sezione fiati straordinaria.
E poi c’è “Del mondo”, prima cover ad entrare in disco di Gazzè.
Franco Gigante