Vorranno le forze vive del Paese, sindacali e politiche, cogliere l’occasione del 1° maggio non solo per celebrare le glorie passate, ma per segnare e rivoluzionare il futuro?
La ricerca e le lotte per il miglioramento generalizzato delle condizioni di vita degli uomini, anima di quelle forze che vengono identificate come progressiste, è segno di speranza e l’energia per inseguire e costruire un mondo migliore. Al contrario, la pura celebrazione delle glorie passate è sintomo di rassegnazione e dell’incapacità di immaginare e perseguire un futuro che possa essere ancora più prospero.
La pandemia che ha afflitto il mondo ha segnato profondamente la nostra società, ricordandoci quanto gli uomini siano un unico popolo e quanto sia necessario essere uniti a prescindere dalle differenze religiose, culturali e dai confini geografici. Visto da questa prospettiva globale, il mondo del lavoro appare arcaico e disarticolato, con mille singole sfaccettature. Chi ha il dono di saper “guardare” il futuro sa che regole, doveri e diritti sempre più globali saranno la scommessa e la normalità di domani. Oggi è tempo di cogliere gli aspetti positivi di questa immensa tragedia per rivoluzionare il mondo del lavoro, affinchè possa divenire realmente il mezzo per consentire agli uomini di emanciparsi e di poter godere appieno dei piaceri e della “bellezza” della vita. Guardare lontano significa iniziare a costruire una strada senza perdere di vista la meta.
La scommessa nell’immediato è saper coniugare tre esigenze:
- sicurezza socio-economica in un mercato del lavoro sempre più globale, precario e fragile;
- miglior equilibrio tra tempi di lavoro e tempi per la propria vita e la propria famiglia;
- necessità di ridurre gli spostamenti quotidiani di massa e l’inquinamento.
Le soluzioni vanno ricercate in:
- UN UNICO AMMORTIZZATORE SOCIALE semplice e chiaro, che consenta di accompagnare i lavoratori da un’opportunità lavorativa ad un’altra e di erogare un’integrazione salariale in situazioni di difficoltà e crisi aziendale, garantendo un periodo di formazione e sicurezza economica che permetta di gestire al meglio anche eventi imprevisti come quello che ha segnato l’ultimo anno.
- SMART WORKING (regolamentato) per tutte quelle attività lavorative che lo consentono, attraverso incentivi alla digitalizzazione e alle aziende (i costi sarebbero ripagati immediatamente da una riduzione dei costi per la gestione dei mezzi pubblici, degli immobili, dell’inquinamento ecc..).
- RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITA’ DI RETRIBUZIONE con particolare riferimento a tutte quelle attività che non possono essere svolte da remoto (per approfondire: www.30orelavorative.it).
- Il 1° maggio le forze del progresso battano un colpo!
Daniele Delbene
*già Presidente della Costituente Nazionale PSE e autore del libro “Siamo esseri umani non schiavi: c’è bisogno di un nuovo umanesimo socialista”.