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Milano. «I dischi per me devono avere un senso, possono anche essere brutti».

Lo ha confidato Caparezza alla presentazione in videoconferenza del suo nuovo album “Exuvia” in uscita venerdì 7 maggio, ottavo disco in studio, disponibile in digitale e nei formati cd e vinile.

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«L’exuvia è ciò rimane del corpo di alcuni insetti dopo aver sviluppato un cambiamento formale – ha attaccato Caparezza – Un calco perfetto, talmente preciso nei dettagli da sembrare una scultura, una specie di custodia trasparente che un tempo ospitava la vita e che ora se ne sta lì, immobile, simulacro di una fase ormai superata. Da pugliese (e da musicista) quando penso all’exuvia mi viene subito in mente quella della cicala perché l’ho vista personalmente e ne sono rimasto impressionato».

La videoconferenza è stata preceduta da una particolare ambientazione di una foresta.

«Il mio disco precedente “Prisoners 709” era ambientato in una prigione, mentale, e si concludeva con la mia evasione – ha osservato – Questo album parte da quel momento: la prigione è alle mie spalle e la foresta è davanti a me, pronta ad accogliermi. Da sempre la foresta è un luogo di ispirazione letteraria basti pensare al bosco di Charles Perrault o alla selva oscura di Dante Alighieri. Meravigliosa di giorno e terrificante di notte, è un luogo dove perdersi e ritrovarsi, ed è qui che si svolge la mia avventura. Ogni brano è una riflessione sul mio passato, sul mio presente e sul mio futuro e racconta i miei passi avanti, i miei passi falsi, i miei passi indietro».

Caparezza prende in prestito il termine scientifico “exuvia” per raccontare la sua personale trasformazione, il suo viaggio dal passato al presente.

«Questo disco vuole essere una fuga dalla mia ‘exuvia’, una sorta di iniziazione alla vita in una forma diversa – ha riflettuto – È la celebrazione del rito di passaggio, come accade nelle tribù indigene quando un individuo passa dalla fase giovanile a quella adulta affrontando rituali che prevedono prove di resistenza atroci. Il mio rito di passaggio è stato immaginare un viaggio espiatorio nella foresta».

Il disco è stato realizzato completamente in Puglia, la foresta Umbra sul Gargano, la cittadella degli artisti.

«Durante la realizzazione del mio nuovo album mi sono immedesimato nei due personaggi felliniani Mastorna e Guido Anselmi – ha rivelato – Mastorna è il protagonista di un film che Fellini non ha mai realizzato, un musicista che vaga in un limbo caotico, un’anima in pena che non capisce e non accetta di essere morto. Guido Anselmi, protagonista di “8 e ½”, è il regista quarantenne svogliato alle prese con un’opera che non riesce o che non vuole concludere. Io sto vivendo una sensazione simile non perché sia fisicamente morto, ma perché molte cose intorno a me hanno subito cambiamenti drastici o semplicemente sono cambiato io e non voglio ammetterlo».

Significativa la copertina del disco.

«Sulla copertina c’è un simbolo che rappresenta il passaggio da una condizione attuale, il cerchio grande, ad una futura, il cerchio piccolo, attraverso una serie di spirali, simbolo di morte e rinascita in gran parte delle culture – ha spiegato l’artista – La mia ‘exuvia’ è dunque un rito di passaggio in 14 brani, il percorso di un fuggiasco che evade dalla prigionia dei tempi andati per lasciarsi inghiottire dalla selva e far perdere le proprie tracce. Ho speso davvero tutte le mie energie per poter uscire dalla mia ‘exuvia’. Adesso preferisco che si ascolti l’album ed io sono già in fermento. Il viaggio è iniziato».

L’exuvia è nelle 14 canzoni “Canthology” feat. Matthew Marcantonio, “Fugadà”, “Una voce” skit, “El sendero” feat. Mishel Domenssain, “Campione dei novanta”, “La matrigna” skit, “Contronatura”, “Eterno paradosso”, “Marco e Ludo” skit, “La scelta”, “Azzera pace”, “Eyes wide shut”, “Ghost memo” skit, “Come Pripyat”, “Il mondo dopo Lewis Carroll”, “Pi esse” skit, “Zeit”, “La certa” ed “Exuvia”.

Caparezza ha già ufficializzato le date dell’Exuvia Tour Palasport 2022: 19 febbraio a Jesolo (Pala Invent), 23 a Mantova (Grana Padano Arena), 25 a Firenze (Nelson Mandela Forum, 26 a Livorno (Modigliani Forum), 4 marzo a Pesaro (Vitrifrigo Arena), 5 a Bologna (Unipol Arena), 11 a Roma (Palazzo dello sport), 14 ad Ancona (Pala Prometeo), 16 a Napoli (Palapartenope), 18 a Bari (Pala Florio), 21 a Catania (Pala Catania), 25 a Milano (Mediolanum Forum) e 29 a Torino (Pala Alpitour).

«Devo ancora fare pace con il futuro e non sto ancora pensando ai concerti – ha accennato – Saranno sicuramente teatrali, tutto al servizio di ciò che dico, con la foresta virtuale: manterrò questa linea. Ora vivo l’ansia dell’uscita del disco che è poi la fine definitiva di tutto il progetto».

Caparezza si è soffermato sul Primo Maggio di Roma che quest’anno ha avuto un eco di criticità che ha coinvolto Fedez.

«Ho calcato quel palco di Roma e anche quello di Taranto che è anche più politico – ha fatto notare – Il discorso di Fedez è condivisibile e non ho sentito dire cose fuori di testa: su quel palco ci sono state sempre delle prese di posizione. In futuro non succederà niente ma si parlerà solo dell’intervento ma non del contenuto».

Franco Gigante

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