Ormai da più di un mese è stata ufficializzata la partecipazione di alcuni dipartimenti dell’Università della Calabria ai test TECO-T. Sbandierati come un’occasione per portare più fondi nelle casse dell’Ateneo, all’interno di quest’ultimo il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) ha da subito preso posizione contro quello che viene definito “Un chiaro esempio di aziendalizzazione, in cui l’università plasma la propria offerta formativa su criteri necessari ad assicurarsi dei fondi, mentre lo Stato si deresponsabilizza dal finanziamento dell’istruzione pubblica.” in un comunicato uscito su facebook. La narrazione unanime ha dipinto questi test come un fattore positivo per l’UniCal infatti, ma tale narrazione ha celato il punto più contraddittorio legato ad essi.
“Parliamo di uno strumento con cui si va a legittimare un diverso finanziamento delle università italiane, ampliando le differenze abissali già presenti nella didattica invece di colmarle, il tutto dietro la maschera della meritocrazia. Come possono degli indicatori formulati sulla base delle necessità dei principali settori produttivi italiani, che fanno pressioni determinanti sull’ANVUR, essere considerati veritieri ed utili a giudicare il livello di formazione di uno studente, senza tenere conto delle diversità strutturali tra regioni e province?” dice Giovanni Ragusa, responsabile università FGC, e continua “Ma il dato peggiore è che questi test siano visti come una responsabilità per noi studenti, instillando un clima di competitività deleterio per una crescita sana e completa a livello culturale ed umano. Invece di rimodulare l’offerta didattica per avere più fondi secondo un meccanismo premiale sconsiderato, l’università dovrebbe fare pressioni sul ministero per mettere in discussione il sistema dell’autonomia universitaria che crea le disparità, ma sappiamo bene la governance sguazza in queste logiche.”
Di fronte a questa realtà, il FGC ha così promosso un boicottaggio dei test per dare un chiaro segnale politico. “Gli studenti delle classi popolari non possono accettare che, ancora durante la più grande pandemia del nostro secolo, il sistema universitario si regga su dinamiche così classiste ed impari” ha aggiunto Mattia Greco, rappresentante del CdL in Filosofia e Storia, per poi proseguire dicendo “Le competenze trasversali che questi test dovrebbero accertare altro non sono che quelle richieste da un mercato del lavoro che ci vuole futuri lavoratori sostituibili, e che ci consegnano dunque ad un futuro di precarietà. L’UniCal ha ammesso nelle mail inviate per avvisare di questi test che si è impegnata profondamente per adattare la didattica a questi indicatori: questa è l’ennesima prova che non può esistere un’istruzione libera e realmente critica fuori dalle logiche dell’autonomia universitaria. Boicottare i Teco è un passo importante per dimostrare che non vogliamo più accettare questo stato di cose”.
Già in diversi dipartimenti il tasso di astensione dai test è stato significativo, ma ancora alcuni dovranno essere svolti nel corso del mese. Il Fronte della Gioventù Comunista, però, non ha dubbi: il boicottaggio è l’unica strada per chiudere la porta in faccia a questo ennesimo mezzo di aziendalizzazione universitaria e tornare a rivendicare un’università davvero pubblica, gratuita e di qualità!