“Franceschini dica agli italiani se esistono registri inventariali e schede di catalogo delle opere d’arte statali che ornano gli edifici governativi e di rappresentanza in Italia e fuori; se non esistono, ne disponga immediatamente la realizzazione, dando lavoro, sotto la supervisione dei direttori dei Musei, ai tanti professionisti dei beni culturali che il Paese forma per poi negare loro opportunità diverse dai contratti per gli addetti all’accoglienza e sorveglianza”.
Lo chiede la sen. Margherita Corrado (Gruppo Misto), membro della Commissione Cultura, in una nota diffusa sulla scia dello scalpore suscitato dalla scomparsa dalla sede della RAI di Roma di alcune opere d’arte contemporanea di proprietà dell’Azienda, vicenda sulla quale indagherebbe la Procura, e della nomina tempestiva di un comitato tecnico-scientifico di cui farebbero parte anche alcuni telegenici direttori dei super-musei statali italiani. “Presenterò in settimana una interrogazione al ministro Franceschini” spiega la parlamentare calabrese, “perché prima che quei dirigenti siano autorizzati a mettere le loro preclare competenze al servizio di Viale Mazzini, dia conto della inventariazione e catalogazione, se c’è, delle migliaia di manufatti artistici di proprietà pubblica ad oggi presenti nei palazzi di rappresentanza sparsi sul territorio nazionale e all’estero (edifici di Governo, Ministeri, Ambasciate, IIC ecc.).
Il dubbio nasce dal fatto che già a febbraio 2020 chiesi ufficialmente informazioni sull’esistenza, la tenuta e l’aggiornamento degli elenchi di quelle opere d’arte alle Direzioni generali Musei, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (ABAP) ed Educazione e Ricerca. Chiesi anche, con un’ulteriore nota alla sola DG ABAP, notizia degli elenchi delle opere restituite al dicastero, che le aveva cedute in comodato, dopo la dismissione dei grandi transatlantici italiani che negli anni ’50-’70 del Novecento solcavano gli oceani. Ad oggi, nessuna risposta.”
E chiosa: “Il contegno omertoso del Ministero di Franceschini nei confronti dei cittadini e dei loro rappresentanti in Parlamento espone gli Italiani al rischio costante di essere defraudati di pezzi importanti del patrimonio pubblico, senza che alcuno ne abbia contezza. Se la sovranità appartiene al popolo, infatti, esso possiede anche i beni il cui interesse costituzionale è dichiarato espressamente nell’art. 9 della Carta. Tali beni non appartengono al Ministero ma sono da quello custoditi e gestiti a nome e per conto dei cittadini. Di questa semplice verità, troppo spesso sostituita, nelle stanze del Collegio Romano, dalla convinzione di poter disporre a piacimento del patrimonio di tutti, va assolutamente fatta memoria e preteso il rispetto.”
Margherita Corrado (Senato, L’alternativa c’è – Commissione Cultura)