Questa mattina il mondo dei mass media di Abruzzo e Molise ha celebrato il proprio giubileo, in coincidenza con la 55^ Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. Erano presenti una trentina di giornalisti in rappresentanza del mondo dei mass media d’Abruzzo e Molise. All’evento hanno partecipato anche il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo Stefano Pallotta e il consigliere dell’Ordine dei giornalisti del Molise Giuseppe Cavuoti.
Alle ore 11 monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne e delegato Ceam per le Comunicazioni sociali, ha presieduto la santa messa. Concelebravano con lui il vescovo di Teramo- Atri monsignor Lorenzo Leuzzi, il rettore del santuario padre Dario Di Giosia, il responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali Ceam don Claudio Tracanna.
Nella sua omelia monsignor Valentinetti, commentando il vangelo odierno dell’Ascensione, ha ricordato “che così come ha detto Gesù agli apostoli ‘Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura’, il vangelo va comunicato in ogni epoca, in ogni latitudine, in ogni cultura. Deve inculturarsi dentro la storia delle culture, delle nazioni. Deve passare attraverso il crogiuolo dell’insignificanza, dell’incomprensione, ma sapendo che il chicco di grano che cade per terra muore e produce molto frutto. E finalmente i discepoli riescono a portare questo annuncio, compiendo una rivoluzione culturale. Si confrontano con la cultura greca, romana; oggi il vangelo si confronta ancora con le culture orientali, con quelle dell’America Latina e dell’Africa. Il vangelo resta sempre lo stesso: la proclamazione che Gesù è il Signore, il risorto dai morti.
E Valentinetti ha concluso, rivolto in particolare ai giornalisti presenti: “Se allora celebriamo il giubileo dei giornalisti, cosa affidare nelle loro mani, cosa dire a chi oggi ha i potenti mezzi della comunicazione a disposizione? Affidiamo questa parola d’amore, questa rivoluzione culturale, fatevi portatori di una rivoluzione d’amore, fatevi portatori soprattutto della verità. Non dimenticate mai che Gesù ha detto ‘Io sono la verità’. Ottenere una comunicazione libera, bella che dà ciò che è la bontà, la bellezza, non solo le brutture, le brutte notizie, le cattiverie degli uomini, non solo le guerre, ma anche la pace, la fraternità, l’amore per i fratelli, l’amore soprattutto per gli ultimi e gli esclusi. Che essi incarnino la cultura del vangelo, di vita, di bellezza, di passione per l’umanità che deve risorgere anche da questa pandemia. Ne siamo certi, il Signore ci sostiene è con noi e ci conferma”.
Dopo la messa monsignor Valentinetti, concelebranti e giornalisti hanno attraversato la Porta santa per ricevere il dono dell’indulgenza giubilare, quindi tutti si sono ritrovati in preghiera davanti all’urna del santo.