Mi addolora la notizia della scomparsa di Gianfranco Colacito, e come me tanti altri aquilani: un giornalista a tutto tondo, come ben è illustrato nella nota diramata dall’ANSA. Egli aveva diretto l’altra grande agenzia italiana, l’AGI per venti anni, poi le Tv locali sulle quali ha primeggiato con programmi di grande ascolto, specie le sue impareggiabili interviste a tu per tu con l’ospite. Gianfranco aveva una magnifica qualità di scrittura giornalistica, sintetica quanto incisiva. Non faceva sconti, non vellicava gli intervistati, andava dritto al cuore delle questioni, senza eufemismi, pane al pane vino al vino. I politici avevano quasi timore quando li intervistava. Grande la sua capacità di andare a fondo dei problemi e di chiederne ragione. Una penna lucida, puntuta, brillante: pochi aggettivi ma quei pochi affilati come una lama. Basta andare a rileggersi i suoi editoriali su Inabruzzo.com, il giornale che nel 2009 aveva fondato e che ha diretto, brevissimi quanto efficaci, con il pensierino finale in corsivo, quasi massime di vita e di saggezza. La libertà d’informazione declinata con assoluto rigore etico, una grande onestà intellettuale.
Ho avuto con Gianfranco un bel rapporto iniziato a metà degli anni Settanta, quando iniziai la mia lunga avventura istituzionale sugli scranni di Palazzo Margherita, consigliere assessore e vicesindaco dell’Aquila. Spesso mi chiamava per avere notizie e riferimenti sui provvedimenti amministrativi al Comune, molte volte sono stato ospite alle sue trasmissioni in Tv. Poteva apparire a volte spigoloso, ma aveva una grande gentilezza d’animo e una rarissima capacità di intuizione. Ha sofferto molto negli ultimi anni per problemi alla vista, ma questo non l’ha sottratto a quello che sentiva come il “suo dovere”, quello di informare per davvero, lontano dalle veline ma attento ad un’informazione onesta, nel rispetto dei lettori. Grazie, caro Gianfranco, per il tuo esempio di vita e di giornalismo, l’essenza non l’apparenza!
E infine grazie ancora per l’attenzione che hai sempre riservato ai miei contributi, che hai puntualmente pubblicato prima sul Capoluogo e poi su Inabruzzo. Grazie infine per come hai seguito la mia attività pubblicistica. Conservo con affetto e con onore una delle più belle e puntuali recensioni ai miei libri. La scrivesti come annotazione di lettura del mio libro “L’Aquila nel mondo” (2010), ed è pubblicata sul volume successivo “L’Altra Italia”. La serberò come un bel ricordo di Te, grato dell’attenzione che hai riservato in tanti anni alle mie modeste cose. Che la terra ti sia lieve!
Goffredo Palmerini