di Paolo Mario Buttiglieri
Ci sono cose di cui vergognarsi? Nella mia infanzia ho visto tanti dipinti nelle chiese che raffiguravano Adamo ed Eva che lasciano il paradiso terrestre coprendosi le parti intime. Da lì la Chiesa mi ha insegnato a vergognarmi della sessualità e a considerare la donna una tentatrice.
Crescendo l’insegnante a scuola mi ha insegnato a vergognarmi quando non sapevo la lezione e venivo punito con un brutto voto all’interrogazione.
Mi sono vergognato anche il giorno delle elezioni perchè il voto è segreto come tutte le cose sporche.
Ho imparato a considerare l'”infanzia innocente”, i bambini, volgarmente e burocraticamente chiamati “minori”, come una cosa sporca. Infatti sui giornali ed in televisione il loro volto viene oscurato, proprio come le parti intime degli adulti.
E così dai politici ho imparato che anche la verità è una cosa sporca e che la campagna elettorale è un fiume di menzogne. Mentire per andare al potere. Più la spari grossa più voti piovono.
Anche gli stranieri che arrivano clandestinamente sanno che stanno facendo una cosa sporca. Devono far finta d’esser naufraghi…partire di nascosto e apparire all’improvviso in mezzo al mare sperando d’esser soccorsi.
E’ tutta una finzione, tipica di una società che si vergogna della verità e che mentre inquina come un’ossessa proclama santa una bambina di nome Greta.
E così lo ammetto, mi scappa di dirvi la verità, è più forte di me: Non sono Mark Caltagirone e nemmeno Simone Coppi…sono solo un sociologo in mezzo al mare: Paolo Mario Buttiglieri
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Paolo Mario Buttiglieri, sociologo e giornalista
direttore del Centro Culturale Uqbar