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La colpa è sempre del mio copricapo. Durante tutto l’inverno ho indossato uno zuccotto di lana per tenere calda la testa, di cani ne ho incontrati tanti durante le mie passeggiate nel Parco Naturale della Cervelletta, e nessuna bestiola mi ha abbaiato contro. Allo zuccotto ho sostituito il berretto e sono cominciati i guai. L’altra mattina, un bel cane nero di taglia media, senza guinzaglio,  precedeva la padrona di qualche metro. Mi ha visto da lontano, da molto lontano, ed ha cominciato ad abbaiare. La mia presenza, ovvero la presenza del mio berretto, evidentemente lo ha spaventato. La padrona, una giovane donna, non se n’è preoccupata, non lo ha richiamato, magari per mettergli il guinzaglio. Ha continuato tranquilla a camminare. Il cane era spaventato, ma non abbastanza da darsi alla fuga come fece una volta un suo simile, alla mia vista. Mi è venuto incontro sempre abbaiando, il bel cane nero dal bel pelo lucido. Si è fermato ad un paio di metri da me, sempre abbaiando. Ho cominciato ad avere un certo timore. Mi è venuto il pensiero di togliermi il berretto, come feci col cane che fuggì, ma ho ritenuto che a quel punto era perfettamente inutile. Magari il gesto l’avrebbe spaventato di più. Allora mi sono messo di lato sul sentierino. Capirà, mi sono detto, che non ho cattive intenzioni nei suoi riguardi. E infatti ha capito ed è passato oltre, riprendendo il suo cammino. Lui avanti, la padrona dietro. Pericolo passato. Anche la paura, mia e sua, è passata. E’ rimasta la stizza, mia. La stizza verso la padrona che non ha accelerato il passo, che non ha richiamato il cane. Le chiedo in tono di rimprovero: “Perché non lo tiene al guinzaglio?”. E lei tranquilla, come se niente fosse accaduto: “Qualcosa lo ha spaventato”. Domando ancora: “Sì, ma perché non lo tiene al guinzaglio?”. Risposta: “Non lo fa mai”. “Non lo fa mai – le dico – ma adesso lo ha fatto. Perché non lo tiene al guinzaglio?”. Se ne va, la ragazza, senza neppure chiedere scusa e senza mettere il guinzaglio al suo bel cane. Lascio che vadano avanti, cane nero e padrona. Arrivo alla passerella di legno che porta al Casale, ed ecco sbucare un barboncino marrone, anche lui senza guinzaglio, ma buono, intelligente, sicuramente intelligente, per niente spaventato dal mio cappello. Dico al signore anziano che lo segue: “Questo è bravo, non mi abbaia contro, come un altro cane poco fa”. E lui: “Un cane nero? L’ho incontrato adesso sulla passerella, stava per attaccare il mio. La padrona gli ha dovuto mettere il guinzaglio”.
Renato Pierri

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