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Negli ultimi 40 anni, le elezioni in Iran non sono state espressione di una scelta popolare in un processo democratico, equo e trasparente. Khamenei ha preparato il terreno per nominare presidente nelle elezioni del 18 giugno il capo della magistratura Ebrahim Raisi, noto come il boia del 1988. Questo rende chiaro che le elezioni in Iran sono una farsa.

Una delle caratteristiche distintive quest’anno è la dimensione senza precedenti dell’appello nazionale al boicottaggio delle elezioni dei mullah, che è in aumento e si prevede che sarà accolto molto favorevolmente da vari strati della popolazione.

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Negli ultimi due mesi, nonostante tutti i rischi e le minacce, la rete dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI/MEK) all’interno del Paese e le Unità di Resistenza hanno spinto in vari modi la campagna per il boicottaggio. Lo slogan principale di questa campagna è “Il mio voto è il cambio di regime”.

Per far eco alla volontà del popolo iraniano di boicottare la mascherata elettorale, è previsto un Tweet-a-Thon (una ‘maratona su Tweeter’) per domenica 30 e lunedì 31 maggio in Iran e in Europa, Nord America e Australia.

Il Tweet-a-Thon, che inizierà domenica 30 maggio alle 17:30 ora dell’Europa centrale (le 20:00 ora locale in Iran), continuerà fino a metà giornata di lunedì 31.

Il principale hashtag di questa campagna è #BoycottIranShamElections.

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