E’ l’esito di uno studio di Fòrema, società di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, su un campione di 213 aziende del territorio. Nella metà dei casi le nuove assunzioni sono dovute ad un aumento delle commesse avvenuto durante la pandemia. Il 34% dei nuovi contratti sarà a tempo indeterminato, crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali
PADOVA. Ad un anno dall’esplosione della pandemia e con l’avvio ora della fase di “ripartenza”, uno dei temi caldi di cui si sta discutendo riguarda il blocco dei licenziamenti che di fatto sta ingessando il mercato del lavoro. I dati che arrivano dal mondo delle imprese fotografano una situazione alquanto particolare.
Il 70% delle imprese venete nei prossimi 6 mesi ha programmato di assumere nuovo personale. Le assunzioni sono dovute in metà dei casi ad un aumento delle commesse e quindi della mole di lavoro da volgere, avvenuta in piena pandemia. Insomma il Covid-19 non fa più paura alle imprese venete, che sono già in piena fase di riavvio e a fronte di un aumento del lavoro hanno programmato nuove assunzioni. Ma c’è di pIl Covid non fa paura alle imprese: il 70% assumerà personale nei prossimi 6 mesi
iù. Il 61% delle assunzioni dei prossimi mesi saranno assunzioni dirette da parte delle imprese. Il 30 % avverranno nei reparti produttivi e saranno in gran parte assunzioni stabili. Il 34% del totale infatti saranno assunzioni saranno a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage. Crollano sotto la soglia del 10% (precisamente al 9%) le assunzioni tramite agenzia interinale (lavoro somministrato). Infine il 69% delle aziende dichiara di far fatica a trovare personale da assumere per i ruoli previsti.
Sono i dati più significativi emersi dall’ultimo studio promosso da Fòrema, ente di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova diretto da Matteo Sinigaglia. Una survey intitolata “Veneto 20.21 – Indagine sui fabbisogni professionali della imprese”. Uno studio svoltosi nel mese di marzo 2021 su di un campione di 213 aziende del territorio (51% Padova, 44% Vicenza, 3% altro in Veneto, 2% fuori veneto). Imprese intervistate da Fòrema per comprendere quali siano i fabbisogni e le esigenze del mondo industriale e produttivo nei mesi della ripartenza primaverile/estiva 2021. Le aziende intervistate sono suddivise in queste categorie: 10% grande imprese, 37% media, 53% piccola. Tra i settori di appartenenza delle imprese quasi il 50% fa riferimento al metalmeccanico, il 20% appartiene all’ambito gomma-plastica-chimico, il resto ai settori commercio, grande distribuzione organizzata, edilizia, moda, sport, servizi, alimentare, cartiero, legno.
“I risultati dell’indagine indicano che le imprese sono attualmente in fase di espansione – spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema, che si è occupato dello studio sui fabbisogni occupazionali delle aziende – i dati ci dicono anche che da un lato c’è un fabbisogno occupazionale, dall’altro che oggi si ricercano nuove professioni e un mix di competenze (professionali, soft e digitali), capaci di innovare i ruoli e le mansioni in azienda. Competenze digitali affiancate a quelle relazionali, oltre che tecnico-operative. Gli enti di formazione in quest’ottica hanno un compito importante, quello della riqualificazione professionale, di saper aggiungere competenze nuove e complementari ai lavoratori, rendendoli capaci di operare in realtà complesse come sono le imprese di oggi. Questo affinché nello scenario attuale non vi sia un’espansione “monca” ovvero priva delle figure professionali adeguate. Per evitare dunque che ben presto, quanto vi sarà lo sblocco dei licenziamenti, si arrivi ad una disoccupazione strutturale del tessuto economico veneto, perdendo le opportunità degli hybrid jobs”.
Il 70% del campione intervistato (148 aziende) ha dichiarato un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi 6 mesi. Il 61% saranno assunzioni dirette, mentre crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali. Le percentuali crescono nei singoli settori (gomma/plastica e chimica – 80%; metalmeccanica – 78%, alimentare – 76%). La maggior parte delle assunzioni riguardano le grandi imprese.
Il 30% delle nuove assunzioni avverranno nei reparti produttivi, il 14% in area commerciale, il 12% in area tecnica, a seguire il resto sotto del 10% (amministrazione, commerciale marketing, risorse umane, logistica, qualità, ricerca). L’indagine ha evidenziato una grande attenzione all’ambito “operations” (produzione + acquisti + logistica) che in totale pesa per il 44% sul fabbisogno totale di personale. Per quanto riguarda in particolare le imprese metalmeccaniche, il 50% di inserimenti avverrà in area “operations”, 26% in ufficio tecnico e ricerca, 10% marketing e commerciale.
Quasi la metà del panel (49%) ricerca nuovo personale per far fronte ad un aumento delle attività aziendali. Il 24% degli inserimenti è conseguente ad un processo di trasformazione organizzativa dovuta all’avvio di nuove attività o processi (10%) o per la necessità di nuovi ruoli e professioni (14%). Il 34% delle aziende che assumono lo farà a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage, il 9% tramite somministrazione (agenzia interinale) mentre solo il 2% ricerca collaboratori esterni in p.iva
Le assunzioni dirette da parte delle imprese rappresentano il 61% del totale degli inserimenti previsti. L’apprendistato mantiene il ruolo di canale di ingresso in azienda (17%; per le piccole imprese 20%), seguito dal tirocinio (11%). Le nuove assunzioni tramite agenzia interinale saranno il 9% del totale (nelle grandi imprese il valore arriva al 16%, nelle piccole invece si ferma al 3%). In merito alle competenze ricercate per i neoassunti le imprese mettono al primo posto le competenze tecniche di base (41%), poi le avanzate (33%), infine le trasversali (15%), di settore o di ruolo (11%). Tra le competenze trasversali le più richieste vi sono: il problem solving, l’apprendimento continuo e il senso critico. Le competenze trasversali, relazionali, digitali, da abbinare dunque a quelle di base, risultano fondamentali requisiti per il nuovo personale.
Tra i profili introvabili per le aziende alla ricerca di personale vi sono al primo posto gli addetti alla produzione meccanica, macchine CNC, saldatori, carpentieri e simili (29%). A seguire tutto il resto, addetti marketing (9%), ingegneri (8%), tecnici (8%), programmatori (6%), impiegati (6%), manager (6%), manutentori (6%), progettisti (6%), altri profili (16%). Il 69% delle imprese dichiara di aver sperimentato difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali per il proprio organico. Il fenomeno interessa più le piccole imprese (72%) che le grandi imprese (62%).