«Il governo si è accorto che, a sette mesi dalla nomina del commissario alla Sanità calabrese, questi non ha ancora presentato il programma operativo di prosecuzione del Piano di rientro per il periodo 2022-2023, indispensabile a ricevere i primi 60 milioni stanziati nell’ultima legge Calabria al fine di assumere i medici, gli infermieri e gli Oss che ci mancano?». Lo domanda il deputato Francesco Sapia, di L’alternativa c’è, che sullo stato di attuazione della cosiddetta legge Calabria, in vigore da oltre 6 mesi, ha interrogato il presidente del Consiglio e i ministri della Salute e dell’Economia, cui ha chiesto «se, per sistemare i bilanci aziendali, il commissario Longo si sia avvalso della Guardia di Finanza; se non ritengano sussistere elementi sufficienti per sostituirlo con altri e quali iniziative urgenti intendano adottare per consentire al Servizio sanitario della Calabria di ottenere» quei 60 milioni, in modo da avviare al più presto «il piano straordinario assunzionale» previsto dalla stessa legge Calabria. Nella sua interrogazione, Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità, ha peraltro ricordato la recente «bocciatura, da parte dei ministeri vigilanti, del programma operativo Covid licenziato dal commissario Longo, ritenuto decisamente incompleto», nonché la nomina, «su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, avvenuta nel Consiglio dei ministri dello scorso 31 marzo, dei sub-commissari per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario calabrese, nelle persone di Angelo Pellicanò e di Michele Ametta». «Non ha senso – tuona Sapia – che il parlamento abbia convertito l’ennesimo decreto legge per la sanità calabrese, se poi il provvedimento, che pure è incompleto e insufficiente, resta lettera morta e sul punto regna il silenzio trasversale. Il ministro Speranza è già in vacanza?».