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Giunge al termine un anno scolastico complicato, specie per gli studenti più grandi, che a causa della didattica a distanza spesso sono andati in difficoltà. Per questo in tanti hanno cercato un aiuto in più per evitare debiti e bocciature, sfruttando le ripetizioni private. Perché la scuola non sempre ha dato una mano: in 1 caso su 5, infatti, chi ne avrebbe avuto bisogno non ha potuto contare sui corsi di recupero; tra chi li ha svolti, più della metà non li ha trovati utili. E nel corso dell’estate si prosegue

Didattica a distanza e ritorno delle bocciature: è nel mix di questi due elementi che va rintracciata l’origine del massiccio e trasversale ricorso alle lezioni private che ha caratterizzato l’anno scolastico che sta per concludersi. E che ha accomunato sia chi ha stentato sia chi tutto sommato poteva farne a meno, almeno stando alla pagella. A segnalarlo un’indagine condotta dalla piattaforma Skuola.net | Ripetizioni – il principale servizio online in Italia per la ricerca e la prenotazione di lezioni private – che ha intervistato 3.500 studenti delle superiori, per tracciare un bilancio di fine anno sul tema. Circa 1 su 4 è ricorso alle ripetizioni private. Una scelta che è stata praticamente obbligata per gli studenti con una media scolastica sul filo della sufficienza: tra questi è stato 1 su 2 a mettere mano al portafoglio per migliorare la preparazione. Ma, anche tra chi ha navigato ben oltre la soglia di sicurezza, circa 1 su 5 ha voluto comunque affidarsi a un docente di supporto.

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Perché le ragioni che hanno portato verso le ripetizioni, soprattutto in un anno così travagliato dal punto di vista didattico, non sempre sono state legate al recupero delle insufficienze. Ovviamente questa è la motivazione principale: lo dice il 60% di chi ha preso lezioni private. Un altro 20% di chi si è affidato alle ripetizioni, però, lo ha fatto soprattutto per far salire ulteriormente il proprio profitto o recuperare eventuali lacune. Il resto della platea – l’altro 20% – ha invece cercato di fare entrambe le cose, recuperare dove era deficitario e migliorare dove già andava bene.

Per spiegare per bene un quadro del genere è necessario introdurre un dato in più: in molti casi, la condizione di difficoltà è figlia del criterio del “tutti promossi” adottato nel 2020. La metà degli studenti che quest’anno ha preso ripetizioni private, in quelle stesse materie aveva infatti maturato l’insufficienza già 12 mesi fa. In teoria, sebbene per via dell’emergenza fossero stati aboliti i debiti, le scuole avrebbero dovuto attivare dei corsi di recupero durante l’autunno o comunque nel corso dell’anno. Cosa che spesso non è avvenuta: sempre considerando gli studenti che hanno svolto ripetizioni private, 1 su 5 non ha trovato disponibilità di corsi di recupero a scuola, mentre 1 su 2 pur avendoli svolti non ne ha tratto – evidentemente – beneficio. Paradossale, infine, la situazione della restante parte del campione: anche laddove la scuola ha offerto corsi supplementari, questi erano inaccessibili ai ragazzi che l’anno precedente avevano superato la soglia della sufficienza.

Si diceva, poi, dei problemi connessi al prolungato ricorso alla Dad anche durante l’anno scolastico 2020/2021. Quasi un terzo degli intervistati è assolutamente convinto che senza Dad la propria media in pagella sarebbe stata decisamente più alta. Così, per evitare brutte sorprese nel prossimo anno, circa 1 su 4 ha già messo in preventivo di ricorrere alle ripetizioni durante i mesi estivi, per non farsi trovare impreparato alla ripartenza di settembre. Lo stesso faranno molti maturandi: 1 su 6 si confronterà con un docente privato prima del proprio orale, per affrontare con maggior serenità la commissione d’esame.

Ma come si è mosso chi ha preso lezioni private? Anche in questo campo il digitale ha cambiato profondamente le abitudini: il 31% ha incontrato il docente online, mentre il 18% ha unito lezioni in presenza e a distanza. Una quota, quella di chi si è lasciato convincere dalla bontà delle ripetizioni via web, che dunque ormai sta insidiando quella di chi (51%) ancora rimane nel solco della tradizione andando a casa dell’insegnante privato o ricevendolo a domicilio. Quelle che non cambiano, invece, sono le materie che mettono più in difficoltà i ragazzi: la matematica non ha rivali, subito dietro il latino e il greco, al terzo posto tutte le altre materie scientifiche (chimica, fisica, biologia, ecc.).

“Questi numeri segnalano sicuramente una risposta all’emergenza educativa non sempre adeguata da parte del sistema scolastico – sottolinea Marco Sbardella, responsabile di Skuola.net | Ripetizioni – ma sono solo la punta dell’iceberg. Uno studente su 4 delle scuole superiori che deve ricorrere alle ripetizioni vuol dire stimare una platea di persone coinvolte superiore al mezzo milione. Ma potevano essere molte di più visto che, tra chi ha navigato in cattive acque per tutto l’anno, circa il 30% avrebbe voluto farle ma poi non ha potuto. I motivi della rinuncia? Soprattutto ragioni economiche ma anche la scarsa fiducia nelle lezioni svolte online (scelta quasi obbligata viste le restrizioni anti-Covid) e la difficoltà di trovare un docente all’altezza della situazione. Proprio gli ostacoli che Skuola.net | Ripetizioni tenta di abbattere gestendo per conto dell’utente tutte le fasi del processo, dall’individuazione del tutor più adatto allo studente al pagamento, passando per la definizione delle modalità di incontro in presenza o a distanza”.

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