«Erano stati giorni disperati, intensi, sospesi tra la forza delle emozioni; avevo assaporato la libertà di territori sconfinati, toccato la sofferenza di chi viveva il domani come fosse un dono, la crudeltà di vite spezzate per necessità e nonostante tutto sentivo che stavo lasciando su quella terra antica qualcosa. Una parte di me. L’Etiopia mi aveva risvegliato e gliene ero riconoscente».
“Radio Ethiopia” di Alessandro Andrei è un romanzo in cui si narra di furiose battaglie interiori, di rischiosi viaggi fisici e mentali e di un’estenuante ricerca. L’autore presenta una storia avventurosa che si snoda tra passato e presente a ritmo di rock, quello che viene trasmesso costantemente da Radio Ethiopia, la fedele compagna di viaggio del protagonista. Andrea Barezzi è un uomo di quasi quarant’anni che si guarda indietro e non si riconosce più: il giovane che era stato e i sogni che aveva cullato sono scomparsi, e al loro posto si sono installati sensi di colpa e frustrazioni, paure e delusioni, mentre ha continuato a indossare maschere sempre più strette e soffocanti. Il protagonista, attraverso le sue insicurezze, riflette le sfumature della generazione a cui appartiene, che in qualche modo è stata illusa, privata dei propri sogni, che ha fatto da ponte tra le prospettive certe di quella precedente e la precarietà della successiva. Ambientato per la maggior parte del tempo in Dancalia, nell’Etiopia nord-orientale, il romanzo segue i tentativi di Andrea di rintracciare Marcello, un suo amico scomparso misteriosamente, benché il suo vero scopo, in principio inconscio, sia quello di ritrovare prima di tutto sé stesso. Una doppia missione di salvataggio quindi, per un personaggio che è arrivato al proverbiale bivio, quello che non si può evitare, che non si può ignorare. Nei giorni di permanenza in Etiopia Andrea conosce molte persone che lo fanno riflettere sulla sua esistenza e che gli offrono quel pizzico di saggezza che gli fa vedere il suo mondo da una diversa prospettiva – «Sono lontano da casa, da me stesso, da quel quotidiano vivere, vacuo e senza sapore a cui mi ero abbandonato. È la mia vita che si rivela per quello che è diventata, inizia a strapparsi, a farsi a brandelli, a deflagrare scalfendo quell’involucro esterno che mi tiene prigioniero da così tanto tempo da non averne più memoria». Mentre affronta le terre aride e ostili degli Afar e attraversa il “mare bianco che porta alla follia”, il protagonista ripercorre la dolorosa fine della sua storia d’amore con Virginia e ha strani déjà-vu, che gli fanno credere di essere già stato in quel luogo ai confini del mondo. Andrea comincia a fare i conti con l’imponderabilità umana e a far pace con i suoi demoni, ma c’è ancora tanta strada da fare, e c’è un’anima sofferente da far respirare, da troppo tempo in attesa che la polvere che la ricopre venga soffiata via.
SINOSSI DELL’OPERA. Andrea ha quasi quarant’anni, un lavoro che gli dà troppe responsabilità, troppa agiatezza e nessun affetto duraturo. Da tempo ormai sente che la sua vita, imbrigliata tra riunioni, scadenze e conti che non tornano, è destinata a ripetersi all’infinito. Non sa però che tutto sta per cambiare. Dopo aver concluso in modo funambolico l’affare che permetterà alla propria azienda di allontanare lo spettro del fallimento, Andrea si accorge di aver ricevuto un inquietante messaggio da parte di Marcello, l’amico fraterno trasferitosi con la famiglia ad Addis Abeba. La sua, apparente, scomparsa è la scintilla che lo spinge a volare in Etiopia. Gli scenari africani divengono rappresentazione del percorso di scoperta interiore del protagonista. La vita agiata, la modernità di certi quartieri e la miseria di altri, la Natura cruda, la profonda spiritualità, la spregiudicata corruzione e l’ingiustificata violenza sono solo alcune tra le tante contraddizioni in cui Andrea dovrà imbattersi negli otto giorni in cui si protrae la duplice ricerca, dell’amico e di sé stesso. A scandire il tempo, presente e dei ricordi, le note rock trasmesse dall’immancabile compagna di viaggio, Radio Ethiopia.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Alessandro Andrei nasce a Parma nel 1978, città dove vive e lavora come libero professionista. Laureatosi in Conservazione dei Beni culturali alla Facoltà di Lettere di Parma con una tesi sulla Street Art Newyorkese degli anni Ottanta, ha poi conseguito un Master in Design alla IED di Milano. Viaggiatore, da sempre ha nutrito una grande passione per la chitarra e la letteratura. “Radio Ethiopia” (Les Flâneurs Edizioni, 2021) è il suo romanzo d’esordio.
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