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Con l’ennesimo atto di sindacato ispettivo (n. 3-02597 del 10 giugno 2021), ho chiesto al Ministro della Cultura se “sia in grado di riferire sulla base di quali elementi la Soprintendenza speciale di Roma abbia autorizzato la sopraelevazione, prima esclusa, del Palazzo dell’ex Poligrafico”, in Piazza Verdi, vicenda per certi versi analoga a quella di Palazzo Canevari in Largo di Santa Susanna, già sede dell’Istituto Geologico, anch’esso stravolto dai lavori di Cassa Depositi e Prestiti (CdP), come illustrato da ultimo nella puntata del 31 maggio della trasmissione “Report”. Contestualmente, ho chiesto conto della ristrutturazione del terrazzo del Corpo B del complesso edilizio ex Casa GIL, a Trastevere, “che ha comportato, tra l’altro, l’abbattimento di alcuni elementi architettonici originali”, alterando il progetto morettiano. Salta agli occhi, in infatti, come ogni volta che si mette mano al patrimonio edilizio romano tardo-ottocentesco e di primo Novecento per sottoporlo a ‘ristrutturazione’, s’inneschi una schizofrenia dei comportamenti da parte degli uffici di tutela del Ministero di Franceschini che è frutto, evidentemente, di una capacità/propensione a resistere alle sollecitazioni esterne ormai scarsa, perché direttamente proporzionale all’influenza politica o economica del soggetto che le esercita. Nel MiC bipolare del Franceschini ter “in taluni casi, come il Cinema “America”, la cui sala, benché il progetto fosse vincolato da tempo, è rimasta senza tutela fino al 2020, il Ministero trascura gli immobili che ha riconosciuto di interesse culturale, mentre in altri, come l’ex Poligrafico e l’ex GIL, vincolati sia il progetto sia l’edificio, il MiC riserva la prescritta cura istituzionale solo al primo, consentendo che il costruito sia invece alterato da interventi discutibili in sé e non giustificati dalle necessità di ordine statico ammesse dalla Carta italiana del Restauro, disapplicata a discrezione del dirigente della Soprintendenza speciale di Roma pur di realizzare sopraelevazioni ‘spettacolari’.” Riconoscibilità e spettacolarità sono i requisiti che, a detta di CdP, sono stati richiesti espressamente per la proposta progettuale di sopraelevazione del Palazzo dell’ex Poligrafico, accantonando la scelta storicamente consolidata di escludere sopraelevazioni sia per ragioni economiche sia, soprattutto, di armonia urbanistica con il resto della piazza. Il XXI secolo segna dunque un vistoso regresso, sul fronte della capacità del MiC di analizzare la realtà alla luce dell’interesse costituzionale della tutela del patrimonio culturale, benché l’esistenza stessa di detto Ministero discenda da quello. Una ben triste fine per il sedicente Ministero della Cultura, piegato a mero strumento propagandistico.

 

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Margherita Corrado (Senato, AC) – Commissione Cultura

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