Venerdì 18 giugno presidio a Milano davanti alla sede di Assolombarda
“Non solo lacrime e disperazione per la strage inarrestabile di lavoratori uccisi sul luogo di lavoro, ma la richiesta di azioni immediate per la piena attuazione delle norme vigenti per la prevenzione e la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, sistematicamente disattese, perché si persegue il massimo profitto a scapito della sicurezza e della salute, come la cronaca quotidiana purtroppo conferma”, ha dichiarato Michele Michelino , presidente del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio. Per questo insieme alla Assemblea Lavoratori Combattivi di Milano, Medicina Democratica, Comitato Ambiente e Salute Teatro alla Scala, Comitato Difesa Sanità Pubblica Zona Sud Ovest Città Metropolitana è stato organizzato un presidio a Milano per venerdì 18 giugno, dalle ore 10 alle 12, davanti alla sede di Assolombarda, in Via Pantano 9, fermata MM3 Missori e fermata MM1 Duomo, una prima azione di forte protesta a cui seguiranno altre iniziative.
E’ un vero e proprio tragico bollettino di guerra, in tempo di pace, che ogni giorno, dal nord al sud, riporta il numero dei morti e dei feriti, nelle più diverse circostanze e attività lavorative, con una media di oltre 3 al giorno, una sequenza spaventosa! “Siamo convinti – ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica- che gli omicidi sul lavoro, perché di questo si tratta, non sono mai dovuti a fatalità o casualità, ma sono l’esito di gravi inadempienze normative. Riteniamo, infatti che il dlgs 81 /2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro), sia tuttora largamente inattuato, non solo per inadempienze da parte dei responsabili aziendali, ma anche, in particolare, perché non viene garantita la partecipazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze, diritto previsto anche nella riforma sanitaria del 1978: il SSN persegue la sicurezza sul lavoro, ma si tratta purtroppo di un precetto non applicato”.
Sono stati 17.000 i lavoratori morti sul lavoro nel decennio 2009-2019, una cifra spaventosa, ma che sarà incrementata significativamente se continua così! Oggi, sostengono gli organizzatori, alle vecchie nocività si sono aggiunte le nuove, i dati Inail sugli infortuni sul lavoro nell’anno della pandemia confermano anche l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’andamento infortunistico in Italia nel 2020. I casi mortali sono 1.270, 181 in più rispetto ai 1.089 del 2019 (+16,6%). Nel primo quadrimestre del 2021 i morti sul lavoro sono aumentati ancora, il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (dati sottostimati perché non tengono conto dei lavoratori senza contratto, in nero). Va anche tenuto conto che alla strage di oltre 100 lavoratori al mese vanno aggiunte le decine di migliaia di morti per malattie professionali e ambientali: solo per amianto 6.000 ogni anno, 16 ogni giorno!”