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A seguito della partenza da Taranto dell’incrociatore lanciamissili e portaelicotteri ‘Vittorio Veneto’, all’alba dell’8 giugno scorso, alla volta dei cantieri turchi di Aliaga (distretto di Smirne), dove sarà smantellato, ho presentato una interrogazione ai ministri della Difesa e della Cultura, pubblicata dal Senato il 22 giugno. Ho chiesto al primo, se “voglia spiegare perché la partenza del ‘Vittorio Veneto’ per la Turchia non sia stata preceduta o accompagnata da alcun comunicato del dicastero stesso o della Marina Militare, come correttezza e dignità avrebbero richiesto, e se effettivamente si pensa di battezzare con quel nome glorioso un’altra unità militare”. E ancora: “perché, nonostante la plurimillenaria tradizione marinara italiana giustificasse e anzi imponesse la conservazione a fini didattici del ‘Vittorio Veneto’ quale nave museo della Marina Militare, sia stata decisa, e da chi, una fine così ingloriosa in sé ma specialmente indegna della storia dell’incrociatore che nel 1979, per ricordare solo la sua impresa umanitaria più nota, partecipò ai soccorsi ai profughi della guerra del Vietnam”. E ancora: “se la decisione di abbandonare la nave al peggiore destino sia dipesa, e in quale misura, dalle ragioni sopra riferite (costo elevato dello smaltimento dell’amianto e mancanza di soggetti privati interessati alla gestione dell’eventuale museo) e/o da altre”. All’on. Franceschini ho chiesto se: “possa riferire l’esito dell’istruttoria eventualmente svolta per dichiarare l’interesse storico relazionale del Vittorio Veneto e le ragioni della rinuncia a tutelarlo proprio mentre si andava affermando l’orientamento di musealizzare sia il Mar Piccolo di Taranto, grazie ai fondi del CIS, sia il Porto Vecchio di Trieste”.

 

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Margherita Corrado (Senato, AC) – Commissione Cultura

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