A margine del cuore storico di Lecce, tra Via Giuseppe Candido e Via San Lazzaro, la chiesa dedicata alla santa martire siracusana Lucia, attribuita al XVI secolo ma sorta sopra un preesistente luogo di culto semi-ipogeo, a breve distanza dal convento basso-medievale di Santa Maria del Tempio (oggi Piazza Tito Schipa), ha conosciuto un inesorabile declino dopo la demolizione parziale del 1938. Con l’interruzione delle celebrazioni, la fiera del 13 dicembre è sopravvissuta diventando itinerante, mentre la parte fuori terra del piccolo tempio, inglobata in un edificio poi demolito, è quasi scomparsa, complici le trasformazioni dell’area negli anni ’60-’70 del Novecento, letteralmente inghiottita da macerie, rifiuti e vegetazione spontanea. Solo tre anni fa, con l’approvazione in Consiglio Comunale di una variante al progetto originale, autorizzato nel 2013, sembrava cosa fatta la costruzione di un edificio ‘leggero’, connotato come piccolo museo e da erigere su progetto dell’architetto diocesano (la proprietà è parte privata, parte della Curia), con l’avallo degli uffici comunali e della Soprintendenza, inglobando la cosiddetta cripta di Santa Lucia entro un “involucro in vetro”. Dalla destinazione a “verde di arredo urbano” si sarebbe passati ad “attrezzature religiose d’interesse comune”, stando alle dichiarazioni degli amministratori comunali, rimaste da allora lettera morta. Per questa ragione ho chiesto al ministro Franceschini se: “sia a conoscenza delle condizioni di gravissimo degrado in cui versa, ormai da decenni, la storica Chiesa di Santa Lucia a Lecce” e “se sia in grado di spiegare perché la Soprintendenza territorialmente competente continui a tollerare l’inerzia dei soggetti aventi responsabilità, pur essendo consapevole del pregiudizio che il mancato intervento conservativo reca al monumento, e quali iniziative intenda intraprendere per garantirne la tutela e promuoverne la fruizione”.
Margherita Corrado (Senato, AC) – Commissione Cultura
