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Artigianato: il commercialista Arleo, ‘servono politiche di supporto’

Roma, 30 giu. (Labitalia) – “Servono politiche per a supporto dell’artigianato. L’ultimo studio di Unioncamere e Infocamere sull’evoluzione delle imprese artigiane negli ultimi 10 anni ci consegna un quadro molto negativo e preoccupante con una diminuzione di ben il 42% di imprese giovanili ed un aumento pari al 47% di imprese condotte da over 70. Resta invece pressoché intatto il gradimento, pari al 77,7%, nell’avere una forma imprenditoriale individuale rispetto ad una societaria”. Lo afferma all’Adnkronos/Labitalia Giuseppe Arleo, commercialista e fondatore di Arleo & partners, realtà specializzata nella consulenza alle piccole e medie imprese nella partecipazione a bandi europei, nazionali e regionali, attiva come service anche per alcuni tra i principali studi di commercialisti italiani. Arleo è anche coordinatore dell’Osservatorio Next Generation Eu del think tank Competere.eu dedicato alle strategie di attuazione del Recovery Plan in Italia nel commentare i dati presentati oggi da Unioncamere.

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“Una contrazione – spiega – così forte di un settore strategico come quello artigiano, che rappresenta circa il 9,5 del pil ed il 21,2% delle imprese, mette duramente a rischio una intera categoria dove si registra, in dieci anni, una perdita importante di 28 mila imprese under 30 e comunque un calo complessivo di 170 mila unità a livello nazionale, pari all’11,7%, arrivando a 1,3 milioni di imprese artigiane”.

“A tal proposito – continua Arleo – si rendono sicuramente necessari incentivi importanti in aiuto di una intera categoria, è palese la difficoltà nell’avviare un passaggio generazionale incisivo e a tal proposito sarebbe davvero importanti finanziamenti al subentro nelle attività di famiglia in modo da avviare un programma di restyling incisivo ed al passo con le nuove esigenze che il mercato impone”.

“Sicuramente – sostiene – la pandemia ha acuito ancora di più la situazione del settore, le perdite di fatturato hanno colpito circa il 70% delle imprese minando anche la fiducia nelle stesse che, se da un lato è pari al 54% del settore, dall’altro, come rileva una indagine del Centro Studi Tagliacarne, ripone negli investimenti green e digitalizzazione una grande speranza di ripresa, unitamente alla grande qualità dei prodotti”.

“Le stime dello studio – ricorda – in merito al passaggio generazionale sono molto nette e chiare, nel 2011 per ogni imprenditore over 70 c’erano almeno due titolari d’impresa under 30 oggi, nel 2021, il ricambio è sceso a meno di uno, a riprova appunto di una grande necessità di incentivi e operazioni finanziarie a supporto ed aiuto dei passaggi generazionali”.

“Ancora lo studio di Unioncamere – precisa – pone l’accento sul fatto che l’artigiano resti ancora un mestiere fortemente maschile sebbene qualcosa sia cambiato negli ultimi 10 anni passando da 535 uomini per ogni 100 donne nel 2011 a 447 uomini nel 2021. Ben vengano, quindi, incentivi all’avvio di imprese femminili anche nei settori dell’artigianato al fine di rendere maggiormente attrattivo l’intero settore anche alle imprese rosa e valorizzare le tante e importanti idee che possono venire dal mondo dell’imprenditoria femminile”.

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