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La compagnia teatrale potentina recupera il contatto con i cittadini attraverso una serie di iniziative che fanno tornare il teatro nei diversi contesti dello spazio pubblico

 

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POTENZA – La compagnia Gommalacca Teatro rimette la comunità al centro, tornando a una rinnovata dimensione di relazione con le persone e con la città. Lo fa attraverso una serie di azioni e attività che segnano questo momento di riapertura e di ritorno a una relativa normalità. Progetti che come sempre esprimono la visione sociale di Gommalacca, che fin dalla sua nascita nel 2008 ha utilizzato l’esperienza teatrale come strumento di connessione tra le persone, portando il teatro nello spazio pubblico e in tutti i contesti cittadini, con interventi artistici capaci di dialogare con la realtà e con la comunità.

Nel lungo e complesso periodo che stiamo vivendo, complesso per adulti, ragazzi e bambini, per genitori e famiglie, Gommalacca Teatro ha pensato a possibilità e modi alternativi per non perdere il contatto con il pubblico e con le nuove generazioni in particolare. È nato così il progetto “Delivery Theatre”, una nuova modalità per lo spettatore di fruire il teatro, consegnato direttamente sotto casa. Questa forma di teatro a domicilio, ispirata al modello di Ippolito Chiarello, recupera l’emozione dell’esperienza da spettatore in una dimensione familiare, percepita come sicura, e nello spazio pubblico. Chiunque può ordinare uno spettacolo, con diversi menu a disposizione (classico, young, lucano, extra): il teatro arriverà sotto le finestre, nei ballatoi, nei parchi, per le strade.

Nel rapporto di Gommalacca Teatro con il paesaggio urbano si inserisce anche il carcere minorile di Potenza, una struttura quasi anonima agli occhi dei cittadini, ma che accoglie una parte della comunità che è importante integrare. A questo fine Gommalacca, in collaborazione con l’Istituto Penale Minorile di Potenza “Emanuele Gianturco”, ha sviluppato e portato avanti “ArToolbox”, un progetto multidisciplinare di teatro, musica, videomaking e artigianato scenico. Coinvolti i minori ospiti della struttura, con il supporto degli artisti lucani Giovanni Rosa di Onirica Media, Mariangela Tolve del collettivo La luna al guinzaglio e Anna Lapetina.

Un altro pezzo di comunità raggiunto da Gommalacca Teatro sono gli immigrati che frequentano i corsi per adulti del CPIA Potenza, a cui è dedicato “Topos: dialogo tra culture”, progetto di consapevolezza ed espressione culturale sviluppato in collaborazione con la prof.ssa Alessandra Martino e voluto dalla dirigente Giovanna Sardone nell’ambito del Piano Scuola Estate “Un ponte per il nuovo inizio” del Miur. Un percorso di attività laboratoriali multidisciplinari, dedicate agli studenti stranieri residenti a Potenza e provincia, di teatro-gioco ispirato in parte alle tecniche del Teatro dell’Oppresso, di interazione scenica, scrittura e disegno, con il fine di costruire attraverso il teatro un dialogo tra le culture e di diffondere le storie di chi migra e cerca il suo posto nel mondo.

«Improvvisamente, e chissà per quanto, tutto si è rimesso in marcia» – spiega Carlotta Vitale di Gommalacca Teatro. «Abbiamo avuto poco tempo per interrogarci sulle ripartenze, che già c’erano “cartelloni” ovunque. Nel mezzo delle difficoltà che il nostro settore sta subendo, per noi ripartire non assume unicamente il significato del fare spettacolo, ma soprattutto del ritrovare il senso di vicinanza con le persone. Il teatro non si ferma né si chiude né si sospende: è vivo ed è una delle chiavi di lettura del processo di cambiamento della società.»

Mimmo Conte racconta la filosofia della compagnia: «Gommalacca Teatro mette al centro la comunità e le persone che ne fanno parte. Per questo, i progetti Delivery Theatre, ArToolbox e Topos rientrano in una visione che parte dalle persone e che immagina ogni spazio che si può attraversare con la pratica teatrale come luogo di un unico paesaggio, un’unica comunità che vive e affronta esperienze diverse: spettatori del teatro a domicilio, ospiti dell’istituto penale per minori, immigrati che studiano l’italiano.»

 

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