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di Paolo Mario Buttiglieri

 

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Due donne, Elisa Pomarelli e  Damia El Assali, sono state uccise in provincia di Piacenza. La prima da un caro amico e la seconda dal marito. Lo Stato ha deciso tramite i suoi funzionari che la morte della prima valeva 20 anni di carcere per il suo autore e la morte della seconda valeva l’ergastolo per il marito. Qual’è il motivo di questa disparità di trattamento? Il matrimonio. Una donna sposata per lo Stato vale di più di una donna non sposata. Ma lo Stato è maschilista?

Ma gli uomini perchè continuano a uccidere? Semplicemente perchè non amano le donne. Sono incapaci di amare. E perchè sono incapci di amare? Quelli che arrivano ad uccidere una donna prima di tutto hanno ucciso la propria libertà mentale: non sono più padroni della propria mente. Sono prigionieri di un impulso che non riescono a controllare: sono prigionieri di se stessi, sono già in una prigione senza sbarre anche se apparentemente sembrano liberi.

I femminicidi imitano il comportamento dello Stato verso i cittadini  che non obbediscono ai suoi ordini. Infatti dopo che il femminicida ha ucciso una donna viene premiato con la detenzione in prigione a spese dello Stato. La donna uccisa viene invece sepolta.

 

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Paolo Mario Buttiglieri, sociologo e giornalista

direttore del Centro Culturale Uqbar

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