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Iran: 44 esecuzioni in un mese, in contemporanea con l’inizio dei mandati di Ebrahim Raisi e Mohseni-Eje’i come presidente e capo della magistratura

Il dossier sui diritti umani in Iran deve essere deferito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

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La signora Maryam Rajavi: Intensificando le esecuzioni e la repressione, Khamenei cerca invano di prevenire lo scoppio di una rabbia diffusa. La rivolta del Khuzestan e la sua diffusione in varie città hanno mostrato che le esecuzioni e la repressione avevano perso la loro efficacia. Le Nazioni Unite e gli Stati membri devono agire immediatamente per salvare le vite dei prigionieri nel braccio della morte.

Spaventato dalla diffusione delle rivolte popolari e per terrorizzare e intimidire la popolazione, il fascismo religioso che governa l’Iran ha fatto ricorso a esecuzioni sempre più brutali e criminali mentre Ebrahim Raisi diventa il nuovo presidente e un altro scagnozzo, Gholam-Hossein Mohseni Eje’i, è stato nominato capo della magistratura.

Le esecuzioni registrate dal 22 giugno al 23 luglio 2021 (il mese di Tir nel calendario persiano) sono state 44. Quarantuno di queste sono avvenute dopo il 1° luglio, dopo che Eje’i è diventato capo della magistratura.

Ci sono state 14 esecuzioni nella prigione centrale di Isfahan, sette in quella di Urmia, cinque in quella di Mashhad, quattro in quella di Shiraz, tre in quella di Zahedan, due per ciascuna in quelle di Gohardasht, centrale di Rasht e Maragheh, e una per ciascuna in quelle centrali di Zanjan, Qom e Mahabad e in quella di Jiroft. Questi dati non coprono tutte le esecuzioni, poiché molte avvengono in completa segretezza.

Sono stati giustiziati fra gli altri Davoud e Bahauddin Qasemzadeh, due fratelli impiccati il 4 luglio, nonostante le proteste internazionali. Bahauddin era minorenne all’epoca del delitto di cui era stato accusato.

La signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha dichiarato: “Intensificando esecuzioni e repressione, Khamenei tenta invano di impedire lo scoppio della rabbia popolare. La rivolta del Khuzestan e la sua diffusione in varie città hanno mostrato che le esecuzioni e la repressione avevano perso la loro efficacia”. Ha esortato le Nazioni Unite e gli Stati membri a condannare le esecuzioni criminali in Iran e ad agire immediatamente per salvare la vita dei prigionieri nei bracci della morte. Ha affermato che le violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani in Iran dovrebbero essere deferite al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che i leader del regime dovrebbero essere assicurati alla giustizia per quattro decenni di crimini contro l’umanità.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)

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