Una full immersion nelle acque dorate
di Salsomaggiore Terme
L’11 settembre 2021 alle Terme Tommasini di Salsomaggiore (PR) inaugura “L’Oro di Chini”, progetto immersivo ad alta definizione, nell’ambito del festival @cquechepassione
Racconto che scorre e si insinua nelle terre che celebrano l’elemento fondamentale per la vita e per la loro prosperità, il festival @cquechepassione a Salsomaggiore Terme (PR) non poteva perdere l’occasione di puntare i riflettori su un grande protagonista della decorazione, che come nessuno ha saputo interpretare l’acqua, in una città che all’acqua deve moltissimo. È un’opera, quella dell’artista fiorentino Galileo Chini, che ambisce ad avvolgere lo spettatore e il paziente in un abbraccio liquido e caldo, una coperta d’oro delicatamente intarsiata che solo dall’interno può però svelare la complessa rete di simboli e dettagli, cuciti su una trama ricercatissima di contenuti, forme e colori.
Un tempo stabilimento termale per le classi operaie e oggi trasformato nello spazio pubblico della Nuova Corte Civica, saranno le Terme Tommasini il cuore de “L’Oro di Chini”, progetto immersivo multimediale curato da Marco Stucchi, aspetti narrativi di Valeria Tedaldi e motion graphic di Elena Bastianini, con la supervisione scientifica della studiosa salsese Maurizia Bonatti Bacchini, che inaugurerà la mattina di sabato 11 settembre 2021.
Si tratta di proiezioni ad altissima definizione che permettono di vedere dettagli solitamente difficili da cogliere: grazie alle tecnologie impiegate, sarà invece possibile approfondire, conoscere e comprendere meglio la poetica di Chini e apprezzare le architetture con uno sguardo nuovo, contemporaneo, capace di indagare in profondità, di individuare gli aspetti reconditi e di valorizzare i Beni del patrimonio artistico. Le immagini di Stucchi sono talmente approfondite e ricche di dettagli da cogliere la pennellata di Chini, mostrando particolari inediti e mai esplorati, che aprono la strada a nuovi studi e ricerche.
«È un progetto poetico, in grado di coniugare tradizione e innovazione. Una narrazione, in chiave contemporanea, che permette di riscoprire un grande autore del calibro di Galileo Chini attraverso l’affascinante dettaglio delle sue opere», racconta Valeria Tedaldi. «Si tratta di un’operazione culturale che permette, grazie all’uso delle moderne tecnologie, di cogliere la bellezza e la grandiosità di un artista poliedrico come Chini e di un’opera iconica sul piano della progettazione architettonica».
Attraverso la digitalizzazione, il lavoro del Chini diventa eterno e di più facile fruizione, grazie alla narrazione testuale e video, in un’ottica sempre più inclusiva, capace di allargare considerevolmente la platea degli spettatori interessati. «Gli strumenti digitali consentono oggi una lettura, un’analisi e interpretazione delle opere artistiche che in passato non era possibile», conferma Marco Stucchi. «Nel progetto “L’Oro di Chini”, l’utilizzo della tecnologia, e in particolare della rilevazione fotografica ad altissima risoluzione, permetterà al visitatore un dialogo virtuale con l’autore dell’opera, poiché saranno resi visibili dettagli impossibili da vedere a occhio nudo».
La Stanza delle Meraviglie – allestimento nella palazzina Warowland che si propone di ripercorrere la storia di un territorio legato inestricabilmente all’acqua attraverso oggetti “magici” e pannelli esplicativi, sotto l’influsso di una misteriosa gocciampolla – Pozzo Scotti e Palazzo dei Congressi sono tra i luoghi salsesi al centro del programma di visite guidate immersive che lastricano la strada verso l’inaugurazione del grande evento, destinato a rimanere alla città. «L’installazione è il lascito del festival alla località che lo ospita», spiega il sindaco Filippo Fritelli. «È il primo passo di quel sistema del museo diffuso e del racconto dell’ecosistema naturale di Salsomaggiore Terme, che nella Stanza delle meraviglie ha ad oggi la cabina di regia».
«Il valore culturale del Progetto “L’Oro del Chini” è altissimo in quanto riesce a conciliare il passato artistico della nostra città con una dimensione popolare, a portata di tutti, fruibile a ogni persona che voglia immergersi nell’arte del Chini e nella preziosa bellezza delle sue opere – sostiene Enrica Porta, assessore alla Cultura del Comune di Salsomaggiore – Le esperienze culturali come questa mirano a regalare a ogni persona spazi di riflessione e di crescita, alimentando la curiosità e l’amore per il bello; immergendosi nella bellezza dell’arte ognuno di noi sarà stimolato a trovare la bellezza e la profondità della propria esperienza di vita. Una bellezza che fa stare bene, che cura, in una città che per vocazione ha a cuore la salute di tutti».
Le visite hanno un costo di 6 euro a persona e di 3 euro per gli ospiti delle strutture ricettive di Salsomaggiore. L’ingresso a “L’Oro dei Chini” è invece gratuito.
@cquechepassione è il festival, ideato e coordinato dall’Amministrazione comunale di Salsomaggiore e realizzato grazie al contributo di Provincia di Parma, Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 + 21, Fondazione Cariparma e PINKO.
Per dettagli sulle date e informazioni sugli eventi, consultare il programma aggiornato su https://visitsalsomaggiore.it/it/