“Capita poi che senta parlare di un tizio chiamato Dante. Ma quando scopro che era italiano mi viene da odiarlo, come se fosse vivo, come se stesse passeggiando tra le aule e puntasse il dito verso di me. Un giorno trovo il suo ritratto in un dizionario. Lo guardo e mi dico che non ho mai veduto un bastardo più brutto”.
Il Dante presente nel racconto L’odissea di un Wop è parte di quel fardello etnico che il giovane protagonista fantiano si porta dietro. Un fardello mentale, pesantissimo, che il giovane figlio di immigrati vorrebbe scrollarsi di dosso per una piena realizzazione della sua identità americana, se non altro per sentirsi uguale agli altri e per non essere costretto a percepire se stesso attraverso gli sguardi razzisti dei Wasp. Ma la sottile ironia che trapela da questa citazione ci svela la presenza dell’autore, di quel John Fante che, pur sentendo l’urgenza di raccontare le contraddizioni mentali delle seconde e terze generazioni e il travaglio interiore che le caratterizza, è di fatto orgoglioso delle sue origini e legge e apprezza molto la letteratura italiana, in primis D’Annunzio, Silone e Verga, come ha dichiarato più volte nelle sue lettere, ma anche Dante probabilmente, che ha avuto modo di scoprire dai Gesuiti e che è presente nella sua biblioteca, per poi confluire nella sceneggiatura scritta per il film Cronache di un convento.
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Per i 700 anni dalla morte del sommo poeta, il John Fante Festival “Il dio di mio padre” aderisce alla rete dei festival di Piazza Dante, promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del Ministero della Cultura. Abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione su Dante e i piccoli lettori per capire cosa vuol dire cogliere la bellezza di un testo complesso come la Divina Commedia sottoponendolo alla curiosità dei bambini, attraverso gli innumerevoli adattamenti italiani e statunitensi. Ad aiutarci in questa scoperta sarà la studiosa americana Virginia Jewiss, dantista e docente alla Yale University, nonché́ autrice del libro Il Viaggio di Dante. Un’avventura infernale. Nella stessa sezione presenteremo delle novità editoriali, quali il volume bilingue, italiano e inglese, La Divina Commedia in Fiaba, a cura di Fiorella Rotili Pasquini ed Emilio Pasquini, illustrato da Alessandro Sanna, e il volume Disney PaperDante, scritto da Augusto Macchetto e illustrato da Giada Perissinotto.
Lungo il percorso a stelle e strisce che caratterizza questa edizione, il nostro programma incrocia lo sguardo di Stefano Luconi, uno dei massimi esperti italiani di storia degli Stati Uniti, e di Anna Camaiti Hostert, filosofa che vive tra l’Italia e gli Stati Uniti, a cui si aggiunge il punto di vista del giornalista Andrea Purgatori sull’attualità americana.
Numerosi gli eventi su Fante che ci permettono, come sempre, di approfondire temi legati alla sua opera e biografia. Presenteremo quest’anno al Festival le ultime ricerche sullo scrittore originario di Torricella Peligna degli studiosi Luigi Mastrangelo (Università di Teramo), Elisa Bordin (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Matteo Cacco (Università di Colonia). Si parlerà, inoltre, delle origini potentine della madre di Fante con Rosa Capoluongo e Paolo Albano, capiremo come Arsenio D’Amato ha conciliato la sua passione letteraria per Fante e il mestiere di pizzaiolo con il suo “Dago Red” di Sant’Arsenio, nel salernitano, a due passi da Potenza, e cosa ha spinto Iole Cianciosi a dedicare una rubrica della rivista Formicaleone allo scrittore.
Tornano, come ogni anno, anche i premi. Quello che prende spunto dal personaggio di Arturo Bandini rivolto agli esordienti – il Premio John Fante Opera Prima – con i tre finalisti: Alice Urciuolo, Barbara Frandino e Marcello Domini. E il Premio alla Carriera in collaborazione con la Cantina Contesa, che quest’anno sarà assegnato allo straordinario reporter scrittore Fabrizio Gatti che, come afferma giustamente Melania Mazzucco, ha scritto «l’Odissea dei migranti del XXI secolo».
Lontana dai grandi centri urbani, ma capace di intercettare i riflettori dei media e il gusto del pubblico, Torricella Peligna ha dimostrato negli anni che fare cultura nell’entroterra, dove imperversa lo spopolamento, è possibile. E con il John Fante Festival, nonostante le mille difficoltà, non solo è possibile ma può addirittura rappresentare un volano per la valorizzazione del proprio territorio, come scrive la studiosa Sandra Leonardi sul sito del Touring Club Italiano dello scorso 21 luglio, annoverandoci tra le manifestazioni creative che prendono forza dal basso e che rappresentano un elemento di sviluppo delle aree interne, perché offre la possibilità di crescita personale, sociale e culturale e promuove uno sviluppo del turismo sostenibile locale.
Ci saranno occasioni di riflessione sul nostro territorio in diversi momenti, tra questi gli incontri con il poeta paesologo Franco Arminio, con gli scrittori Matteo Materazzo e Stefano Redaelli, e con le presentazioni di libri di fiabe antiche abruzzesi per adulti e bambini rieditate dalla casa editrice Radici o rielaborate da Laura e Anna Bongiovanni per Il Viandante.
Dopo un duro anno e mezzo di pandemia, la XVI edizione torna alla normalità con tutti gli eventi in presenza, una normalità festivaliera che potremmo definire speciale perché, alle tre giornate canoniche, si aggiunge una quarta che vuole in qualche modo compensare la programmazione ridotta dell’anno scorso. Ma di speciale quest’anno c’è anche altro. Abbiamo pensato di predisporre un mezzo collettivo, un servizio navetta, per intenderci, che dia la possibilità al nostro amato pubblico di giungere a Torricella Peligna comodamente per seguire il Festival, partendo da Pescara e passando per Lanciano. E’ un gesto che vuole anche favorire il territorio che accoglie la nostra manifestazione tracciando un ponte virtuale tra la città e il borgo, la costa e l’entroterra, con la speranza che si trasformi ben presto in un dialogo aperto, duraturo e concreto per favorire la ripresa della nostra regione in modo sostenibile e inclusivo .
Torna il JOHN FANTE FESTIVAL “Il dio di mio padre” Torricella Peligna (CH)19-20-21-22 agosto 2021 XVI edizione
ECCO IL PROGRAMMA
Presentato questa mattina 9 agosto 2021 a Pescara nella sede del Consiglio Regionale il JOHN FANTE FESTIVAL “Il dio di mio padre” che giunto alla sua XVI edizione torna a Torricella Peligna in Abruzzo dal 19 al 22 agosto. Sono intervenuti alla conferenza stampa di presentazione il sindaco di Torricella Peligna Carmine Ficca, l’assessore Regione Abruzzo Daniele D’Amario e la direttrice del Festival Giovanna Di Lello.
La manifestazione, fin dalla prima edizione, è organizzata dal Comune di Torricella Peligna per ricordare e omaggiare lo scrittore americano John Fante (1909-1983), il cui padre Nicola era un muratore originario proprio di questo piccolo paese abruzzese.
Dopo un duro anno e mezzo di pandemia, la XVI edizione torna alla normalità con tutti gli eventi in presenza, e alle tre giornate canoniche si aggiunge una quarta che vuole in qualche modo compensare la programmazione ridotta dello scorso anno. Novità di quest’anno un servizio navetta che darà la possibilità al pubblico di giungere a Torricella Peligna per seguire il Festival (partendo da Pescara e passando per Lanciano), un gesto che vuole anche creare, nel territorio, un ponte virtuale tra la città e il borgo, la costa e l’entroterra, con la speranza che si trasformi ben presto in un dialogo aperto, duraturo e concreto per favorire la ripresa della regione in modo sostenibile e inclusivo.
Tra gli ospiti di questa edizione che compie sedici anni e che ha come tema il rapporto tra Fante e gli USA, Andrea Purgatori, Franco Arminio, Concita De Gregorio e l’americana Virginia Jewiss italianista della Yale University, traduttrice negli USA della scrittrice Premio Strega Melania Mazzuzzo e di Roberto Saviano, protagonista di un evento intitolato “Dante ringiovanito: La Divina Commedia per piccoli lettori” che nell’ambito delle celebrazioni dantesche di quest’anno aiuterà a focalizzare l’attenzione su Dante e i piccoli lettori per capire cosa vuol dire cogliere la bellezza di un testo complesso come la Divina Commedia sottoponendolo alla curiosità dei bambini, attraverso gli innumerevoli adattamenti italiani e statunitensi. Nella stessa sezione saranno presentate delle novità editoriali come il volume bilingue, italiano e inglese, La Divina Commedia in Fiaba, a cura di Fiorella Rotili Pasquini ed Emilio Pasquini, illustrato da Alessandro Sanna, e il volume Disney PaperDante, scritto da Augusto Macchetto e illustrato da Giada Perissinotto. Lungo il percorso a stelle e strisce che caratterizza questa edizione, il programma incrocerà lo sguardo di Stefano Luconi, uno dei massimi esperti italiani di storia degli Stati Uniti, e di Anna Camaiti Hostert, filosofa che vive tra l’Italia e gli Stati Uniti, a cui si aggiunge il punto di vista del giornalista Andrea Purgatori sull’attualità americana.
Numerosi gli eventi su Fante che permetteranno, come sempre, di approfondire temi legati alla sua opera e biografia. Saranno presentate quest’anno al Festival le ultime ricerche sullo scrittore originario di Torricella Peligna degli studiosi Luigi Mastrangelo (Università di Teramo), Elisa Bordin (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Matteo Cacco (Università di Colonia). Si parlerà, inoltre, delle origini potentine della madre di Fante con Rosa Capoluongo e Paolo Albano, sarà raccontato come Arsenio D’Amato ha conciliato la sua passione letteraria per Fante e il mestiere di pizzaiolo con il suo “Dago Red” di Sant’Arsenio, nel salernitano, a due passi da Potenza, e cosa ha spinto Iole Cianciosi a dedicare una rubrica della rivista Formicaleone allo scrittore.
Tornano, come ogni anno, anche i premi. Quello che prende spunto dal personaggio di Arturo Bandini rivolto agli esordienti – il Premio John Fante Opera Prima – con i tre finalisti: Alice Urciuolo, Barbara Frandino e Marcello Domini, il vincitore sarà annunciato sabato 21 agosto. E il Premio alla Carriera in collaborazione con la Cantina Contesa, che quest’anno sarà assegnato allo straordinario reporter e scrittore Fabrizio Gatti che, come afferma Melania Mazzucco, ha scritto «l’Odissea dei migranti del XXI secolo».
Numerose le occasioni di riflessione sul territorio abruzzese in diversi momenti del Festival, tra questi gli incontri con il poeta paesologo Franco Arminio, con gli scrittori Matteo Materazzo e Stefano Redaelli, e con le presentazioni di libri di fiabe antiche abruzzesi per adulti e bambini rieditate dalla casa editrice Radici o rielaborate da Laura e Anna Bongiovanni per Il Viandante.
JOHN FANTE FESTIVAL “Il dio di mio padre” si inserisce nel progetto condiviso “Piazza Dante. #Festivalinrete” che uniscequarantaquattro Festival di approfondimento culturale italiani. Sostenuto dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche istituito dal Mibact, “Piazza Dante. #Festivalinrete” è una delle più importanti iniziative che nel 2021 renderannoomaggio a Dante Alighieri in occasione dei settecento anni dalla morte. Da nord a sud in un viaggio geografico e culturale che attraverserà tutte le regioni italiane toccando le grandi città e i piccoli centri, il progetto testimonia l’amore del nostro Paese per la straordinaria opera di Dante Alighieri, dando vita a un racconto tutto italiano che animerà le piazze (fisiche e virtuali: https://www.piazzadante.org/ ). Ogni festival proporrà all’interno della propria programmazione 2021 uno o più eventi dedicati a Dante, ideati e modulati secondo la propria vocazione, generando un programma variegato e differenziato ma condiviso. Il risultato è la creazione di una sinergia di proposte che permette di unire le esperienze dei tanti festival sparsi sulla Penisola e di creare un modello di condivisione e di “rete”. In questo ambito JOHN FANTE FESTIVAL “Il dio di mio padre” si occuperà della letteratura per bambini ispirata a Dante.
“Cammini per Bunker Hill e scuoti il pugno per aria, ma io so a cosa stai pensando, Bandini. Sono gli stessi pensieri che ha avuto tuo padre prima di te, ed è come una sferzata in mezzo alla schiena, come un’esplosione nella testa. Non è colpa tua, ecco cosa pensi, tu sei nato povero, figlio di contadini miserabili, la tua città natale ti ha respinto perché eri povero, costringendoti ad andare ramingo per le strade di Los Angeles e, siccome sei povero, speri di scrivere un libro che ti faccia diventare ricco, così quelli che ti odiavano, laggiù nel Colorado, ti ameranno. Sei un vigliacco, Bandini, tradisci la tua anima e menti davanti a Cristo soffrente. Ecco perché scrivi, ecco perché sarebbe meglio che fossi morto.”
Chiedi alla polvere – John Fante
Dimenticavo! Di speciale c’è altro in questa edizione: Concita De Gregorio a Torricella Peligna.
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