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Lunedì 23 agosto, in qualità di senatrice e di membro della 7a Commissione Permanente del Senato ma anche di candidata a sindaco di Roma, ho inviato tre note, dirette ai vertici della Soprintendenza Speciale Abap di Roma, della Sovrintendenza Capitolina e del Parco Archeologico dell’Appia Antica, per essere autorizzata ad effettuare sopralluoghi in alcuni degli Istituti di rispettiva competenza (musei, aree archeologiche, monumenti, ecc.). Ho infatti avviato una indagine conoscitiva sul mondo dei professionisti della Tutela. Mi prefiggo di acquisire direttamente elementi e spunti sulle problematiche delle quali costoro si occupano, sui mezzi e le risorse di cui dispongono, sul lavoro quotidiano che i tecnici gestiscono, sul concetto fondamentale di Patrimonio diffuso, sul dialogo tra le esigenze urbane e la difesa della Bellezza e della Memoria. La raccolta di tali informazioni diventerà in fine un dossier che utilizzerò nella mia azione istituzionale, per sensibilizzare il Parlamento sulle necessarie azioni normative a supporto dell’attività dei suddetti Istituti. Per quanto compete al Ministero della Cultura, le istanze di sopralluogo riguardano il Foro Romano, l’area archeologica di Via Portuense, l’ipogeo degli Ottavii, la basilica sotterranea di Porta Maggiore e Casa Bellezza. Alla Sovrintendenza Capitolina ho chiesto, invece, di accedere al Museo della Civiltà Romana e Planetario, al Museo Napoleonico, alle Mura aureliane, ai colombari di via Taranto e alla Casa protostorica di Fidene ma anche la Centrale di controllo e monitoraggio ospitata nel Palazzo Braschi. Nel Parco Archeologico dell’Appia, in fine, vorrei visitare i complessi di Capo di Bove, di S. Maria Nova e Villa dei Quintili, nonché la Villa grande e la Villa piccola. Pressoché quotidianamente, nel corso di questa estate, è stata mia cura ritagliare del tempo per conoscere meglio lo sterminato patrimonio culturale di Roma e soprattutto per cercare, prima nella mia mente e poi traducendolo in azione propositiva, di riallacciare i rapporti tra le testimonianze materiali di diversa cronologia, funzione e qualità sparse apparentemente alla rinfusa sul territorio di Roma e le persone che oggi vivono la città, siano esse residenti o visitatori occasionali. Il programma di Attiva Roma in tema di Cultura s’ispira infatti, per certi versi, all’utopia realizzata da Maria Lai nel 1981 con l’opera d’arte relazionale “Legarsi alla montagna”: anche noi (idealmente) srotoliamo nastri, li annodiamo ai palazzi, alle porte, alle vie e li tendiamo ai romani per nascita e ai romani per vocazione affinché da spettatori diventino protagonisti, recuperando e/o rinsaldando il legame identitario con la Città Eterna e condividano la missione di farsene custodi e divulgatori. Ciò non significa affatto chiudere gli occhi davanti ai grandi problemi di Roma. Conoscenza e conservazione del patrimonio culturale urbano sono fattori di crescita della comunità e detto patrimonio è centrale nella definizione delle politiche per la città: significa agire per assicurare benessere e decoro nei luoghi in cui si vive, occupazione diffusa, un approccio sostenibile (e dunque ribaltato) alle problematiche dei trasporti, dello smaltimento dei rifiuti ecc. Attendo fiduciosa un riscontro dai tre soggetti interpellati.

 

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Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Candidata a Sindaco di Roma)

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