Non ha tardato ad attecchire il cattivo esempio del sottosegretario leghista Claudio Durigon in tema di toponomastica, come constatato nei giorni scorsi nella cittadina di Cinquefrondi con protagonisti i giovani militanti di Fratelli d’Italia. I meloniani al pari del salviniano sono scivolati sul tema della lotta alla mafia disconoscendo l’intitolazione, avvenuta due anni or sono del parco a Peppino Impastato, area incautamente scelta per la celebrazione della loro festa di partito.
Se il leghista poche settimane fa, alla presenza di Salvini, ha proposto la re-intitolazione di un parco di Latina da Falcone e Borsellino in Arnaldo Mussolini, fratello minore del Duce, (episodio che ha portato, in aggiunta ad altri scandali, alla sua defenestrazione dal Governo), nel caso dei militanti pianigiani siamo in presenza di un patetico ripudio dell’intestazione del parco all’attivista di Cinisi.
La cosa paradossale della vicenda, però, è che, fino a due anni addietro l’area prendeva, informalmente, il nome del socialista Giacomo Matteotti, dal viale adiacente.
Matteotti, come sappiamo, venne ucciso dai fascisti per averne denunciato pubblicamente le loro malefatte. Venne trucidato il giorno in cui avrebbe rivelato in Parlamento gli scandali finanziari con protagonista proprio quell’ Arnaldo Mussolini, oggi osannato da Durigon.
Ci troviamo, com’è abbastanza evidente, in un caso di intrecci di destini in cui la storia da tragedia si trasforma in farsa.
I militanti di FdI farebbero bene a prendere le distanze da certi “cattivi maestri”, a studiare un po’ di più e a evitare di calpestare la memoria di un simbolo della lotta alla mafia. Una cosa è certa: ognuno ha i riferimenti politici che si merita, chi i tristi figuri del Ventennio e chi Matteotti e Impastato.
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Cordiali Saluti
Domenico AUGLIERA
Coordinatore territoriale del MoVimento 5 Stelle