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Ippazio Campa incanta Molfetta

con il Ritratto del Cardinale Pietro Parolin

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Una sorpresa ha atteso il Cardinale Pietro Parolin, a Molfetta per la proclamazione della città a Civitas Mariae. Il ritrattista ufficiale di Papa Francesco e del Presidente Mattarella, Ippazio Campa, ha voluto donare all’alto prelato, per il tramite dell’Associazione Molfettesi nel Mondo, un ritratto a pastello di una bellezza impressionante.

“Quando abbiamo aperto il plico e si è svelata l’opera davanti ai nostri occhi, siamo rimasti senza fiato… – racconta Angela Amato, presidente dell’Associazione Molfettesi nel Mondo – Per noi, è un onore porgere questo omaggio a Sua Eminenza il quale, solo poche settimane fa ci ha fatto pervenire un messaggio autografo con il suo saluto benaugurante, tramite il nostro socio, chef internazionale, Mauro Sciancalepore”.

 

Alla consegna, avvenuta presso l’Episcopio del Seminario, alla presenza del Vescovo, del Sindaco, del Prefetto e di altre autorità civili e militari, ha partecipato il professor Francesco Lenoci (“nostro illustre Amico e formidabile gancio”, lo ha definito la presidente Amato) – docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, amico personale del maestro Campa ed ospite a Molfetta per l’attesa proclamazione a Città Mariana – che, lo scorso 22 agosto, ha aperto il 40° Convegno dei Molfettesi nel Mondo, presso la Basilica Madonna dei Martiri, con la coinvolgente conversazione “Don Tonino Bello e Papa Francesco innamorati di Maria”.

 

Sorpreso dal dono e dalla bellezza del ritratto, il Cardinale Parolin ha espresso parole di ammirazione e ringraziamento per l’opera che, certamente, troverà degna collocazione in Vaticano.

Grande apprezzamento anche da parte del Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, e del Sindaco Tommaso Minervini. “Sono rimasto incantato – ha commentato il Sindaco – dall’opera del maestro Campa, figlio della nostra terra pugliese, e gli sono grato per aver voluto omaggiare Sua Eminenza proprio nella nostra città, in occasione della sua proclamazione a Civitas Mariae”.

 

Ma com’è nata, nel maestro Ippazio Campa, l’idea di ritrarre proprio il Cardinale Parolin? È lui stesso a spiegarcelo.

 

“Sono e vorrei fino all’ultimo rimanere un prete, queste le parole del Cardinale Parolin che mi hanno ispirato nella realizzazione del suo ritratto.

Nel suo sguardo si vede la Chiesa, dove tutta la verità si dà un appuntamento. I suoi occhi custodiscono quell’eredità che non muore mai…

È stato per me un grande onore realizzare il ritratto di un Uomo di così grande spessore.

Ringrazio la città di Molfetta, l’Associazione Molfettesi nel Mondo nella persona della sua presidente Angela Amato, e il professor Francesco Lenoci.

Il mio impegno rimane sempre quello di far conoscere, nel mio piccolo, la Puglia, il mio Salento, la mia Grecìa Salentina. Come diceva la poetessa Rina Durante: questa è la mia terra che tra le mani a clessidra lentamente mi scorre come lo stesso ritmo del sangue che palpita nelle mie vene.”

 

Lo sa, maestro, che il Cardinale Parolin, nel giorno della Natività della Beata Vergine Maria, ha celebrato a Molfetta la Santa Messa Pontificale con la croce pettorale di don Tonino Bello? Qual è il suo rapporto con questo stupefacente figlio del Salento?

 

“Sono devoto di don Tonino Bello da sempre… Sono anni che voglio realizzare un suo ritratto. Il professor Francesco Lenoci mi è testimone… Adesso è giunta l’ora… Lo farò e spero e prego che diventi l’immagine che accompagnerà la sua proclamazione a Santo”.

PROFILO DI IPPAZIO CAMPA

 

Servitore dello Stato e Pittore per Vocazione, nasce il 29 maggio 1972 a Corigliano d’Otranto, nel cuore del Salento.

 

Pervaso dal barocco della terra natia, è travolto dal pensiero e stile pittorici di Caravaggio: si avvicina alla sua arte, la studia, la interiorizza.

 

Le sue opere, chiaramente di influenza caravaggesca, sono eseguite con l’antica tecnica del pastello.

 

È definito “Ritrattista dell’anima”, per la sua capacità di far affiorare lo stato d’animo del soggetto, coinvolgendo l’osservatore in un dialogo intimo e continuo.

 

Molto apprezzato da pubblico e critica per le sue doti tecniche e comunicative, è invitato a presenziare a prestigiosi eventi ed è recensito da illustri critici.

 

Nel 2016 è incluso nel volume “Italiani”, una selezione di artisti contemporanei a cura di Vittorio Sgarbi.

Nello stesso anno, espone presso le Sale del Bramante a Roma, in occasione dell’evento Arte Iubilaeum, ed è selezionato dal comitato critico presieduto da Paolo Levi per partecipare alla Triennale Internazionale dell’arte contemporanea a Verona.

Su segnalazione del prof. Paolo Levi, riceve il “Premio Internazionale Arte Impero” che porterà alla videoproiezione di tre sue opere a Parigi (Carrousel du Louvre), Vienna (Palazzo Sternberg) e Roma (Palazzo Brancaccio).

 

Del 2016 è anche la personale di pittura a Marina di Andrano, moderata dal maestro José Dalì, figlio del noto pittore spagnolo.

 

I soggetti sono i più vari, ma i lavori che più stupiscono sono quelli dedicati alle figure istituzionali.

 

Il 1° luglio 2017 realizza per l’associazione “Italia in arte del mondo” il ritratto di Aldo Moro e riceve l’Alto Riconoscimento Internazionale “Diego Velazquez”, riservato a personalità dell’Arte, della Scienza e della Cultura.

Rappresentato in una solennità ieratica che ben ne esprime la grandezza, l’intenso sguardo di Moro rivela la spiritualità e il grido di un uomo sempre mosso dalla fede incontrollabile e quotidianamente alimentata.

Il ritratto è esattamente la proiezione dell’immagine impressa nella memoria di molti e il Postulatore della Santa Sede Avv. Nicola Giampaolo lo sceglie come ritratto ufficiale per la futura cerimonia di beatificazione dello statista.

 

Nel dicembre 2017 è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici e istituzionali.

 

Nel 2018 il ritratto del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. di Corpo d’Armata Tullio Del Sette è oggetto di una lectio magistralis del critico d’arte Philippe Daverio, ed è custodito nel Museo Storico dell’Arma.

 

Su commissione del parroco della Cattedrale di Salerno e del presidente del gruppo di preghiera “Fedeli di San Matteo” rappresenta la vocazione di San Matteo identificata col titolo “9,9-13”, dal versetto del vangelo di Matteo.

L’opera ha dimensioni notevoli ed è consegnata a Sua Eminenza Rev. Cardinal Renato Martino, protodiacono di Santa Romana Chiesa, in occasione del genetliaco il 23 novembre 2018.

 

È ritrattista ufficiale di Sua Santità Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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