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PREMIO DI SCULTURA GABBIONETA

 PROSSIMI APPUNTAMENTI

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  • Inaugurazione dell’opera vincitrice della sesta edizione del Premio:

Focus: la cultura dello scarto dell’artista spagnola MARTA FRESNEDA GUTIÉRREZ

Nova Milanese, Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps

Lunedì 20 settempre 2021

 

  • Mostra dei progetti del Premio Gabbioneta 2021_Sesta edizione

Studio Museo Francesco Messina – Milano

14-17 ottobre 2021

 

Lunedì 20 ottobre alle ore 14 verrà inaugurata l’opera vincitrice della sesta edizione del Premio Gabbioneta a Nova Milanese, presso la sede dell’azienda promotrice la Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps. L’evento sarà anche occasione per visitare le opere vincitrici delle passate edizioni, oltre alle mostre fotografiche di Silvia Gazzola, Alberto Messina, Bernadette Pedote, Luca Rotondo con immagini della vecchia sede dell’azienda a Sesto San Giovanni e di quella nuova a Nova Milanese.

Dal 14 al 17 ottobre invece tutti i progetti dei partecipanti all’edizione 2021 saranno esposti presso lo Studio Museo Francesco Messina a Milano. Accompagna la mostra una monografia edita da Nomos editore, dedicata all’opera di Marta Fresneda, con un testo della curatrice del premio Angela Madesani, una sezione di approfondimento dell’opera di Lucia Amitrani e infine le immagini dei progetti finalisti.

Il Concorso è promosso da Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’Accademia di Belle Arti di Carrara e si avvale dei prestigiosi patrocini della Regione Lombardia e del Comune di Milano. Il Premio ha la particolarità di richiedere agli artisti l’inserimento nell’opera di un pezzo meccanico (originale) prodotto dall’azienda. Per la sesta edizione sono stati proposti un sensore termometrico e quattro calotte protettive. Tale ‘vincolo’ anche quest’anno si è dimostrato di grande stimolo per gli artisti partecipanti che lo hanno trasformato in uno strumento per esprimere il loro pensiero e la loro ricerca artistica.

L’opera della vincitrice spagnola MARTA FRESNEDA GUTIÉRREZ dal titolo Focus: cultura dello scarto è una installazione scultorea contemporanea, che racconta la difficile situazione vissuta nell’ultimo anno. Quattro busti di anziani in legno patinato fonte di ispirazione per la cura del presente. Il legno è un materiale vivo, organico, sempre in evoluzione e in movimento come le pompe. Le “calotte” rappresentano la protezione che oggi dobbiamo portare per essere vivi e al sicuro. Come i nostri anziani, le pompe centrifughe, devono essere protette dalle “calotte”, per evitare il contatto con il virus. Loro sono stati prigionieri in un luogo chiuso, ma a differenza delle pompe, sono diventati ‘scarto della società’, sono stati abbandonati a sé stessi»

 

«Le mie opere – scrive Marta Fresneda Gutiérrez nel testo di presentazione al progetto – sono un riflesso del tempo in cui vivo, dove l’umanità, la società, la politica e i sentimenti occupano un posto importante.

Non c’è solo arte, ma un impegno sociale e umanitario di approfondimento che è alla base di quei problemi che da sempre sono sempre stati imposti all’artista: equilibrio, forma, spazio, luce, colore, movimento.»

 

Il premio è stato assegnato dalla Giuria composta da Angela Madesani, da Maria Fratelli, Nada Pivetta, Roberto Rocchi, Giovanna Sereni e Giorgio Tomasi.

Una menzione speciale è stata assegnata al lavoro di Lucia Amitrani, per l’originalità della soluzione site-specific proposta nel progetto La terza porta.  Il progetto gioca attorno al concetto di terzietà. Una terza porta del piano posizionata all’imbocco di un corridoio e quindi di un percorso, conduce in un luogo a due dimensioni, o meglio, in un non-luogo.  È una porta che non si può varcare fisicamente, ma che permette di viaggiare semplicemente sostando in quel perenne luogo di mezzo. Il luogo dell’immaginazione è bidimensionale ed è qualcosa di astratto e potentissimo, esistente solo nella nostra mente, in antitesi con il mondo reale, in cui tutto è tridimensionale.

Questo lavoro vuole interrogare la visione, metterla in gioco, filtrarla, ingannarla e trasformarla. L’osservatore può perdersi e vagare tra un mondo e l’altro lasciandosi tentare dall’idea di imboccare la terza porta.

 

Gabriele Belloni, Davide Iotti e Wenke Li sono i finalisti della sesta edizione del Premio.

 

Gabriele Belloni con ‘Thing Fish – White Boy Troubles’: un’indagine sulla produzione di massa e sulle conseguenze del consumo isterico, da realizzarsi con materiali di recupero. Le calotte di protezione diventano metafora per l’occultamento, il termometro è simbolo del calore sprigionato nel sottosuolo e dell’abuso.

 

a red spot (Davide Iotti) presenta un lavoro molto raffinato, dal titolo Sospeso. Lo strumento di misurazione (termometro) esercita un sistema di controllo e salvaguardia di un ecosistema da preservare: una sfera di vetro, in sospensione al centro della composizione dove risiede la Tillandsia, pianta molto particolare che vive senza terra e con pochissima acqua nebulizzata. E infine la sabbia (elemento di disturbo nei sistemi di pompaggio), inserita alla base del micromondo.

 

Wenke Li con Hmmmm2021, ha voluto, invece, esprimere un senso di serenità e positività (rappresentata da un enorme cane rosa umanizzato, in metallo e argilla verniciata di rosa) con cui l’artista auspica si possa affrontare le avversità causate dalla pandemia in Italia e nel suo paese, la Cina.

 

 

Artisti partecipanti alla sesta edizione

Lucia Amitrani (Menzione speciale), Pierre Auxias, Gabriele Belloni (Finalista), Alessandro Boezio, Riccardo Buonafede, Theo Canu, Theo Carminati, Fabio Collari,  Marco D’Amelio,  Caterina De Donato, Erika De Nicolo, Ivan Dentoni, Rosalba Di Pierro, Caterina Dondi,  Clarissa Falco, Gianluca  Ferrari, Mattia Fontanella, Marta Fresneda Gutiérrez (Vincitrice sesta edizione), Valentina Giuntoli, Federico Iori,  a red spot (Davide Iotti – Finalista), Ege Kolcu, Giuseppe Letizia, Wenke Li (Finalista), Yue Liang, Giuseppe Luongo, Luigi Mancuso, Michela Merla, Gabriele Montani, Irene Russo, Antonio Salzano, Michele Santini, Fabiana Sapia, Roberto Scalingi, Giuseppe Stornello, Claudia Zanaga, Riccardo Zanazzi, Federica Zianni.

 

L’azienda organizza visite su appuntamento per il pubblico. Telefonando allo 0362.17331

Le opere vincitrici delle passate edizioni sono: Beholder in pietra di Fossena (2016) di Daniele Nitti Sotres; Fusione in argille refrattarie e grafite, plexiglass e specchio (2017) di Estelle Casali – Emanuela Perpignano; Supported in mdf nero (2018) di Giuseppe Buffoli; Conversazioni in legno di Ismaele Nones (2019); Pneuma (2020) in legno e metallo di Davide Tagliabue.

 

Marta Fresneda Gutiérrez nata a Siviglia (Spagna) nel 1984, attualmente vive e lavora tra la Spagna e Firenze.

Si è laureata in Spagna in Belle Arti nella specialità di scultura presso Università di Siviglia, per poi spostarsi in Italia a Firenze, dove ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti. Ha imparato le tecniche di fusione del bronzo presso l’azienda Art’ù di Fiesole dove ha avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con artisti come il tedesco Günther Stilling e Massimo Lippi.  Ha partecipato a manifestazioni e simposi internazionali di scultura in pietra, legno e neve in vari paesi come Francia, Danimarca, Svizzera, Portogallo, Spagna e Italia, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Alcune delle sue esposte sono in musei pubblici e collezioni private europei. www.artefresneda.com

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