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Storie in movimento di milioni di italiani all’estero

 

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“Storie in Movimento”, il programma di Rai 3 trasmesso durante due settimane per un numero di dieci puntate, ha interessato milioni di telespettatori facendo conoscere all’Italia e, grazie alle nuove tecnologie, a milioni di italiani all’estero il fenomeno migratorio nazionale italiano dando ampio risalto a storie di partenze e di arrivi, intrecciandole con testimonianze di vita vissuta fuori dai canoni, dai luoghi comuni e dall’amarcord delle ovvietà riportate dai rotocalchi e dalle notizie di cronaca. L’emigrazione italiana è una realtà spesso rimossa dalle istituzioni, riconosciuta supinamente dalle tante famiglie nonostante lo spopolamento di interi territori in tutte le regioni italiane e una diaspora che va ad arricchire altre economie.

 

La realtà dell’emigrazione e dell’immigrazione italiana è seguita, analizzata e vissuta dal mondo accademico italiano, dalla rappresentanza istituzionale italiana e straniera in particolare dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che in collaborazione con Rai 3 grazie alla regista Alessandra Rossi e allo storico Toni Ricciardi, hanno dato voce a storie di nostri connazionali residenti in altri paesi o a persone provenienti d’altrove o nate in Italia per far conoscere le reali realtà, le potenzialità e i limiti legati ai trasferimenti delle persone. L’Italia deve chiedersi il perché e trovare soluzioni urgenti e adeguati alle partenze e agli arrivi di tanti cittadini, dotandosi di norme e promuovendo progetti rispondenti al fenomeno migratorio.

 

Con “Storie in Movimento” il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si è volutamente rivolto ai citati autori del documentario per proporre all’attenzione del grande pubblico i chiaroscuri dell’emigrazione italiana e soprattutto per tentare di portare l’argomento nel discorso pubblico nazionale, per far avanzare l’aggiornamento delle norme e l’attenzione delle istituzioni sui numerosi aspetti di questo mondo, del popolo dei migranti italiani spesso dimenticato. Il tentativo è riuscito, è stato premiato da milioni di telespettatori in Italia e all’estero e rappresenta una bella esperienza da riproporre.

 

All’origine delle storie narrate ci sono persone in carne e ossa, che per diverse ragioni si trasferiscono dai propri territori per amore o per spirito artistico, per migliorare le proprie condizioni di vita, per interessi professionali, per conoscere e vivere liberamente il mondo. Queste condizioni di partenza sia di carattere sociale, assieme alla ricerca di conoscere il mondo o di vivere esperienze nuove, per tanti secoli venivano classificate dalla narrazione popolare e accademica col termine “emigrazione”, oggi benché il fenomeno tende progressivamente a moltiplicarsi, assumono definizioni nuove in linea con i lemma che fotografano la modernità.

 

 

 

 

 

 

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ringrazia la maestria e l’impegno degli autori,

e la Rai per aver dedicato, per la prima volta nella sua storia, un approfondimento documentale di tale ampiezza, che potrà servire anche materiale audiovisivo di studio nelle scuole e al terzo settore per trasferire conoscenza sull’argomento e promuovere civismo.

 

Tale era il senso di queste dieci trasmissioni e gli obiettivi posti alla base del progetto di collaborazione tra il nostro organismo e la Rai. Il successo riscosso arricchisce la prospettiva per replicare “Storie in Movimento” narrando l’emigrazione italiana di altri continenti, meta di antica e nuova emigrazione di milioni di connazionali.

 

In questa straordinaria documentazione audiovisiva, invece, qualcuno dei destinatari ha voluto vedere altro, e non è scontato che abbia davvero visto i documentari, interpretando in maniera distorta la realtà contenutistica. Come spesso avviene in Italia ne ha fatto strumento per una pura disputa politica, squalificante per se stesso e per il ruolo che ricopre. Quante volte il mondo degli italiani all’estero si è rivolto ai rappresentanti delle due aule parlamentari senza ricevere risposte? In tanto oscurantismo e disimpegno, qualcuno ha pensato di offuscare il raggio di sole giunto fortuitamente ad illuminare la conoscenza del fenomeno migratorio.

 

Per fortuna che l’emigrazione italiana è qualche anno luce distante dai solipsismi savonariolani avendo sedimentato nel mondo semi fecondi di libertà, integrazione e tolleranza.

 

“Storie in Movimento” servono all’Italia e in particolare a coloro che dovrebbero interessarsi con cura e consapevolezza al mondo degli italiani all’estero più di un’artificiosa interrogazione parlamentare. Con disincanto c’è consapevolezza che questo raggio di sole abbia raggiunto il torpore di alcuni illusionisti e che, le smodate reazioni stanno a manifestare  lo sforzo ancora necessario per illuminare chi, per dovere e professione, dovrebbe interessarsi continuamente al mondo degli italiani all’estero; vorrà dire che altri soggetti assieme al CGIE dovranno lavora a lungo e mettere in campo altri progetti per far vivere nella quotidianità del nostro paese il fenomeno migratorio italiano facendo emergere altre “Storie in Movimento” più articolate, complesse ma degne di essere rappresentate.

Michele Schiavone

 

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