Benna torna nei digital stores con “La cosa più bella che ho visto” (Impronta/Believe Digital), il suo nuovo singolo in feat. con Nicholas Manfredini.
Scrivere per dar sfogo ad un’urgenza espressiva, per gridare al mondo il proprio universo interiore; scrivere per dar voce a chi non ne ha, scrivere per far riflettere. Questi sono solo alcuni dei talenti, dei compiti principali che un cantautore è chiamato ad assolvere, che un artigiano delle parole e della musica, su un tappeto sonoro cucito ad hoc per la sua arte, ricama e traspone in emozioni, pensieri, rendendoli in un nero su bianco che accomuni gli ascoltatori, che li avvolga di spunti, riflessioni, ma anche – e soprattutto – che porti ciascuno di loro a sentirsi meno solo, in un mondo in cui il “diverso” viene ancora troppo spesso associato a “sbagliato”. Inserire il proprio sentire in un sentire comune, dove comune non significa “di tutti”, ma più semplicemente “di altri”, altri che, attraverso musica e parole, si rispecchiano, si identificano, sentendosi finalmente compresi, ascoltati, accettati: questo è ciò che Benna, rapper, cantautore, o per meglio dire, come lui stesso ama definirsi, “rappautore”, mette in atto attraverso i suoi brani, come un vero e proprio cantastorie dei giorni nostri. Un artista completo, autentico e fuori dagli schemi che, senza maschere, filtri ed inutili circonlocuzioni, arriva al cuore del pubblico raccontando se stesso e la società attuale con quella geniale semplicità tipica di chi, dell’arte, ha fatto una compagnia di vita.
Ed è così che, dopo il successo delle sue precedenti release, in grado di spaziare tra pungente ironia, introspezione ed innovazione sonora ed autorale, l’artista modenese pubblica, in collaborazione con il collega e amico Nicholas Manfredini, questo pezzo dal profondo valore emozionale, un brano che, sin dal primo ascolto, cattura orecchie, mente ed anima, accompagnandoci in un viaggio in cui la «differenza tra guardare e vedere» diventa essenziale.
Un ensemble di preziosissimi moniti e concetti chiave, uniti dal filo conduttore della meraviglia, dello stupore e della magia che si cela all’interno di quei piccoli gesti, quelle piccole attenzioni che, se osservate con uno sguardo curioso, sereno ed attento, assumono il sapore dell’infinito, facendoci scorgere un mondo completamente nuovo, che chiarifica le prospettive e ci ricorda e di assumerci la responsabilità delle scelte che facciamo, sui treni su cui decidiamo di salire, perché, in fin dei conti, «siamo tutti passeggeri del senso che scegliamo di prendere».
In un mondo che corre veloce, che penalizza il diverso ma al tempo stesso ci rende tutti uguali, sorretti in egual modo e misura da un tram tram frenetico di stress e competizione, Benna ci invita a ritagliare un istante per noi stessi, a «campionare il battito del cuore ed usarlo per dare più groove alle batterie», prestando attenzione a ciò che ci circonda, perché non basta posare lo sguardo sul mondo per accorgersi, per scoprire che esiste e che, con esso, esistiamo anche noi, ma occorre drizzare le antenne di tutti i nostri sensi per riconoscere e distinguere ogni sfumatura della vita – «di cose belle ne ho viste un casino, però, bisogna farci caso, che io non voglio fare l’esperto, però ho capito che a volte per sentire i profumi non basta il naso» -, cercando di comprendere anche cosa o chi, all’apparenza, sembra lontano anni luce da un universo personale che, troppo spesso, non conosciamo a fondo – «abbiamo ali che non sappiamo di avere, a volare impari quando ti senti cadere» -, quel lato che ci porta ad un faccia a faccia con noi stessi, con le nostre paure, i nostri sogni, costringendoci a scavare nell’anima e a misurarci continuamente con un solo interrogativo: «sei quanti vali o quanto pensi di valere?».
Un quesito che trova la sua risposta riscoprendo il mondo, dentro e fuori da noi, con la mentalità di chi non si limita a guardare, ma si ferma ad osservare – «ho visto alcune delle cose più belle, pensa, quando avevo gli occhi chiusi» -, imparando così a cogliere il senso della vita e promettendo a se stesso che «la cosa più bella che ho visto è la voglia di vederne di nuove».
«”La cosa più bella che ho visto” – dichiara Benna – è un viaggio attraverso i sensi. Io e Nicholas Manfredini amiamo dare attenzione alle cose apparentemente piccole, che però, alla resa dei conti, sono quelle che ci portiamo dietro per tutta la vita. In questa canzone utilizziamo i sensi come una valigia, un bagaglio in cui è inserito tutto ciò che fa parte di noi oggi e che ne farà parte domani. C’è un’enorme, ma impercettibile, differenza tra “guardare” e “vedere”. Tutti siamo in grado di guardare, ma non tutti di vedere. Questo concetto si estende per tutta la canzone, fino a trovare la differenza tra quello che valiamo e quello che invece pensiamo di valere, che è un concetto deturpato dall’opinione che gli altri hanno di noi. Ho disseminato nelle strofe l’amore, come spesso mi piace fare. Anziché scrivere “canzoni d’amore”, io preferisco spargerne il concetto, perché c’è amore in tutto quello che facciamo. Ho pensato a mia madre e ai suoi pranzi, a mio padre che dopo la pensione ha trovato la voglia di scrivere ben tre libri. Ho pensato all’innocenza di aprire il cuore alle nuove esperienze, che è l’atto di fiducia più grande del mondo. Ho cercato anche di utilizzare parole semplici per esprimere tutti questi concetti, concetti che a me sembrano infiniti e, per mia fortuna, ho trovato ancora una volta in Mirino un producer in grado di mettere in musica le mie emozioni e in Nicholas un artista che riesce sempre a dare impulsi nuovi alla mia visione delle cose».
Il brano, scritto dai due artisti e prodotto da Mirino è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Luca Fabbri e fa da apripista al quarto album full length di Benna, “20×2”, in uscita il prossimo 8 Ottobre, in occasione del suo quarantesimo compleanno.
Biografia.
Marco Benati, in arte Benna, è un cantautore nato a Carpi (MO) il 07 Ottobre 1981. Appassionato di musica fin da giovanissimo, prende parte a diverse band che spaziano dal grunge al punk, dall’hip hop al crossover e, nel 2017, decide di intraprendere la carriera solista, cercando di unire il cantautorato al rap: stili, attitudini e sound che occupano un posto speciale nel suo cuore fin da bambino. E, proprio nel 2017, l’artista pubblica il suo primo album, “Al Lupo!”, un disco dalle atmosfere cupe, avvolte da sonorità elettroniche, da cui sono stati estratti i singoli – accompagnati dai relativi videoclip ufficiali – “Paroleperdenti”, “Iene vs licantropi” e “Lord of the ring”. L’anno successivo, Benna collabora con la Casa Editrice Asmodee Italia per l’evento “Play Modena”, realizzando il brano “#ViAsmo”. Nel 2019 esce il secondo disco di Benna, “Il pirata che ha trovato loro”, in cui sono contenuti gli estratti “Attimi di pensione”, “Saetta McQueen” e “Giochiamo”. Pochi mesi più in là, l’artista dà il via alla collaborazione con il producer Mirino e con il produttore artistico Nicholas Manfredini, proficue e brillanti unioni che proseguono tutt’ora. Nel 2020 è il turno di “L’insegnamento dell’asino”, terzo progetto full length di Benna, originariamente composto da 13 tracce e pubblicato con 15 pezzi, con l’aggiunta di un remix curato da Mirino ed il singolo “M’innamoro di tutto”, in feat. con Nicholas Manfredini. Il disco, uscito nel pieno della pandemia globale da COVID-19 è il primo lavoro edito da Impronta ed è stato preceduto dai singoli “Noah”, in duetto con uno dei due figli dell’artista ed “Il mio vestito nuovo”, il cui videoclip ufficiale è stato girato insieme a tanti amici di Benna sparsi per lo Stivale, ognuno a casa propria e successivamente montato dal sapiente lavoro di Luca Fabbri, che, da quel momento, si occupa della regia e del montaggio di tutti i videoclip dell’artista. Da “L’insegnamento dell’asino”, sono poi stati estratti la title track e “J-Ax”, brano dal taglio sagace ed ironico, dedicato al rapper meneghino con cui Benna condivide da sempre anche una certa somiglianza fisica. A distanza di pochi mesi dal terzo album, esce “Bella Italia”, release interpretata insieme alla compagna Sara Conato e scritta dallo stesso cantautore per il docufilm di Lorenzo Benatti “Road to bella Italia”, disponibile su TimVsion. Il 05 Marzo del 2021 arriva “Perenne”, una ballata dedicata ai due figli di Benna, in cui l’artista coniuga il significato profondo, senza limiti di tempo e privo di confini del termine “Perenne” a “Per N”, lettera iniziale dei nomi di battesimo dei suoi figli. Un brano toccante, dal forte valore autorale e compositivo, che arriva dritto al cuore degli ascoltatori e riconferma la versatilità del cantautore modenese e la sua capacità di raccontare ogni aspetto dell’esistenza umana in maniera fluida ed autentica. Il 18 Giugno dello stesso anno arriva “Santa Musica”, un’autentica preghiera posata su un tappeto di note, dedicata alla Musica con la “M” maiuscola, quella che ci accompagna, sincera e fedele, ad ogni passo della nostra vita, fermando gli istanti in uno scatto di note che abbraccia l’eterno. Il pezzo vede il feat. di Nicholas Manfredini, così come quello successivo, “La cosa più bella che ho visto”, una canzone immediata ed incisiva, attraverso la quale l’artista invita l’ascoltatore a soffermarsi sul valore dei piccoli gesti, di tutte quelle piccole ma preziosissime attenzioni che arricchiscono il nostro percorso, colmandolo di ossigeno, sentimento e colore. Eclettico, autentico e diretto, Benna è un cantastorie dei giorni nostri, un “rappastorie” – come lui stesso ama definirsi -, che scrive e canta per dare parole alle riflessioni e voce a chi non ne ha, ricamando, su un tappeto sonoro cucito ad hoc per la sua arte, emozioni, pensieri e sentimenti.