G20 AFGHANISTAN, EMERGENCY: URGENTE CONTRIBUIRE A RICHIESTE NAZIONI UNITE ANCHE PER TUTELARE LA SALUTE DEGLI AFGANI.
NON DIMENTICHIAMOCI DEI CORRIDOI UMANITARI.
L’annuncio della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di un pacchetto di sostegno del valore di circa un miliardo di euro per la popolazione afgana e i Paesi vicini è un impegno fondamentale in un momento in cui la popolazione dell’Afghanistan soffre una crisi umanitaria senza precedenti.
Oggi è fondamentale garantire con urgenza protezione e assistenza umanitaria ai 39 milioni di afgani rimasti nel Paese, lavorando per garantire sostegno ai progetti di assistenza umanitaria già in corso e a quelli nuovi che saranno necessari.
Per incidere realmente sulle condizioni di vita della popolazione che ha vissuto in guerra oltre 40 anni, servono investimenti strutturali.
Destinare risorse alla sanità, ad esempio, deve essere una priorità per dare un futuro alla popolazione afgana, la cui vita media è oggi di 60,5 anni per le donne e 59,3 anni per gli uomini secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
La sanità è anche un terreno utile per l’emancipazione delle donne: è infatti uno dei pochi settori per cui il nuovo governo ha espressamente previsto la partecipazione attiva di personale femminile.
Chiediamo che l’Europa si assuma la responsabilità dell’accoglienza, anche perché l’esclusione di un impegno da parte dell’Europa nell’accoglienza degli afgani in fuga non impedirà l’arrivo di persone in difficoltà alle nostre frontiere.
È fondamentale promuovere ogni strumento disponibile per assicurare la protezione internazionale agli afgani in Europa, compresi meccanismi efficaci di trasferimento e ricollocamento e la creazione di corridoi umanitari che permettano di lasciare il Paese a chi desidera richiedere protezione internazionale all’estero.
EMERGENCY è presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico, un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, e una rete di 44 Posti di primo soccorso.
Nei primi otto mesi del 2021, i suoi ospedali hanno già ricoverato 4.158 pazienti vittime di guerra. Si tratta di un aumento del 152 per cento rispetto al 2011, quando la guerra era già in corso da 10 anni.