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Il dio verde. Ecolatria e ossessioni apocalittiche

Tutti i pericoli del fanatismo green nel nuovo libro di Giulio Meotti

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Mentre a Glasgow è ancora in corso la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 (COP26), arriva nelle librerie italiane Il dio verde di Giulio Meotti, con Introduzione del filosofo francese Robert Redeker. Un libro che esce decisamente fuori dal coro unanime del neoconformismo verde e racconta l’altra faccia dell’ecologia (una cosa seria) convertita ormai nella religione laica dell’ecologismo (una cosa grottesca), che ha trovato la sua predicatrice prediletta in Greta Thumberg, una ragazzina che continua a ripeterci dal suo pulpito che dobbiamo pentirci, e «che sostiene, quando ammonisce e declama, vitupera e minaccia, di essere “la scienza”, davanti alla quale adulti tra i più potenti del mondo si inginocchiano e chiedono perdono.»

Sono le tattiche populiste dei lobbisti dell’energia green, che prevedono l’utilizzo di bambini per arrivare al controllo sociale e all’uniformità anonima. Greta è il messia che annuncia l’avvento di questa ecotopia, ma il prezzo da pagare per poterla raggiungere è la perdita della libertà. È l’impero della religione ecologista, il nuovo oppio dei popoli dell’Occidente post-cristiano, che sostituisce alla guerra di classe la lotta ecologica, al millennio socialista il millennio ecologista, al culto della fabbrica il culto della foresta: un autentico culto con i propri giorni santi (la Giornata della Terra), tabù alimentari (il veganesimo), templi (le università occidentali) e proselitismo (gli scettici sono eretici).

Non pochi ambientalisti ed estremisti ideologici hanno addirittura cavalcato la pandemia trasformandola rapidamente nella loro misantropia e, scrive Meotti, «hanno goduto, ammirati e sedotti, per gli effetti che la pandemia ha portato al pianeta. Meno smog, meno CO2, meno effetto serra, meno auto, meno attività produttive, meno turismo, meno petrolio, meno carbone». Sono i crociati atei del clima, che con i loro ricatti apocalittici non portano speranza ma solo spavento, e fanno male all’ambiente.

Per la mentalità mainstream europea ormai siamo peccatori ambientali, e dobbiamo cercare la salvezza nella Sostenibilità e nel greenismo. Occorre dunque diventare tutti un po’ più poveri, smettere di mangiare carne, di viaggiare, in definitiva mettere di essere quello che siamo: occidentali e consumisti. Dio non è morto, come scrisse Nietzsche: è diventato verde, e chiede in sacrificio la morte dell’Occidente liberale e capitalista. Ma, conclude Meotti, «fortunatamente, i predicatori dell’apocalisse hanno torto: l’aspettativa di vita sulla Terra è raddoppiata in un secolo, non ci sono mai state così poche carestie e il tenore di vita non e mai stato così alto. Ancora una volta la scienza ci aiuterà: supereremo la crisi ambientale senza attraversare l’eutanasia ecologica».

 

Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio». Ha scritto per testate internazionali come «The Wall Street Journal» e «The Jerusalem Post», collabora con il Gatestone Institute. Per Liberilibri ha già pubblicato L’ultimo Papa d’Occidente? (2020).

Robert Redeker (1954), filosofo, è uno dei più noti intellettuali francesi. Per le sue prese di posizione sul fondamentalismo islamico vive sotto protezione dal 2006. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo L’éclipse de la mort (2017) e Les Sentinelles d’humanité: Philosophie de l’héroïsme et de la sainteté (2020).

 

Giulio Meotti, Il dio verde. Ecolatria e ossessioni apocalittiche, Introduzione di R. Redeker, traduzione dell’Introduzione di M. Della Sciucca, Liberilibri 2021, collana Oche del Campidoglio, pagg. XVI-92, euro 14.00, ISBN 978-88-98094-87-5

 

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